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Matteo Bassetti, il passato con Massimo Galli: "Un grande amico di mio padre", poi la svolta "talebana e ideologica"

Bassetti e Galli

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Matteo Bassetti e Massimo Galli si sono tirati diverse bordate a distanza nel corso dell’ultimo anno e mezzo, in cui medici e esperti hanno imperversato su tutti gli schermi televisivi per parlare dell’epidemia di coronavirus. L’impressione è che i due non si possano proprio sopportare, anche perché uno che “ottimista” e l’altro “catastrofista”, o almeno così sono entrati nell’immaginario collettivo. Impressione che è stata sostanzialmente confermata da Bassetti, che ha rilasciato una lunga intervista a Il Giornale: “Non solo con Galli. Anche tanti altri colleghi gettano fango”. 

 

 

“L’altra sera mio figlio è tornato a casa piangendo - ha svelato il direttore di malattie infettive del San Martino di Genova - perché un bambino ai giardinetti gli ha detto che suo padre è un ladro perché fa il medico e che, invece di lavorare, vive in televisione. Purtroppo, questi messaggi arrivano anche da parte dei colleghi. Con Galli, credo che ci sia proprio un’incompatibilità caratteriale. Pensi che era un grande amico di mio padre, mi ha visto crescere ed è una persona che ho sempre stimato dal punto di vista scientifico”. 

 

 

Poi dopo che cos’è successo? “Secondo me, ha assunto delle posizioni talebane e ideologiche - ha dichiarato Bassetti - e tirreno sbagliato quando l’ideologia sia politicizzata. Io posso dire in quest’anno di aver criticato praticamente tutti. Alcuni dicono Bassetti è di destra, ma io, quando Salvini difendeva il plasma iperimmune, sulla base dei dati l’ho smentito come, dall’altra parte, ho detto più volte che Speranza sbagliava”. 

 

 

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