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Malika Chalhy cacciata di casa perché lesbica? Coi soldi raccolti per aiutarla si è comprata un'auto di lusso

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Malika Chalhy ha mentito. La giovane diventata famosa dopo un servizio de Le Iene in cui raccontava di essere stata cacciata di casa dai genitori, non ha detto tutta la verità. Dopo l'appello della ragazza era partita una raccolta fondi che in pochissimo tempo aveva superato i 140mila euro e su cui ha voluto fare chiarezza Selvaggia Lucarelli. Il presupposto della raccolta fondi era infatti quello di "aiutarla a ricostruirsi una vita", peccato però che Malika con quel denaro si sia tolto parecchi sfizi.

La giovane - è stata la primissima scoperta della firma di Tpi.it che l'ha contattata - ora ha una "manager/portavoce". Ma c'è di più perché per Malika esistono due raccolte: una oltre 100mila euro aperta dalla cugina e un'altra da più di 11mila euro, aperta da un blogger, Carlo Tumino. E sul perché non siano stati ancora dichiarati i beneficiari della beneficenza, la Lucarelli ha sollevato qualche dubbi. "La ragione - ha prontamente risposto la ragazza - è che insieme alla Boldrini avevamo deciso di fondare un’associazione per le vittime di discriminazioni. Abbiamo cercato di coinvolgerla ma lei non sta bene e la cosa si è allungata un po’. Siamo in una fase in cui non sappiamo ancora bene, mettiamo dei paletti".

Peccato però che Laura Boldrini smentisca la ragazza: "Rispetto a quanto dichiarato nell’intervista da Roberta e Malika tengo a precisare che mai è stata discussa con me o con alcun collaboratore o alcuna collaboratrice del mio staff l’ipotesi di costituire una associazione per le vittime di discriminazione tanto meno di una raccolta fondi - è la nota giunta in redazione Malika -. Si tratta perciò di una vera e propria fake news". E ancora: "Non ho contatti né conosco la persona indicata come Roberta nella intervista. Ho contattato Malika, come ho dato pubblica notizia, perché colpita dalla sua storia e per esprimerle la mia vicinanza". Nulla di più.

Ma non finisce qui, perché la Lucarelli ha voluto sapere anche dove sono stati spesi i soldi raccolti. Ad alimentare il sospetto diverse storie su Instagram dove la ragazza viene immortalata a bordo di un'auto tedesca di lusso in compagnia di Gaia Zorzi, sorella di Tommaso. "Senti - è stata la risposta della diretta interessata alla giornalista - io ho 22 anni e volevo togliermi uno sfizio, mi sono comprata una bella macchina, potevo comprarmi un’utilitaria e non l’ho fatto. Se ho mentito sulla macchina è perché mi hanno chiusa, messo in uno sgabuzzino". 

Risultato? Su Twitter, l'hashtag #Malika è finito dritto dritto in tendenza al primo posto. Un diluvio di insulti, di attacchi e di critiche. Un moto di indignazione popolare. Già, Malika ha fregato un esercito di buonisti. Lo stesso esercito di buonisti che ora grida allo scandalo...

 

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