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Barbara Palombelli, Fiorella Mannoia esplode: "Ci siamo rotte le p***e, se ti stuprano te la sei cercata"

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Tutte contro Barbara Palombelli, anche Fiorella Mannoia. La conduttrice Mediaset questa sera sarà ospite di Gianluigi Nuzzi a Quarto grado, su Rete 4, per difendersi dalla pioggia di critiche arrivatale per una frase sul femminicidio, di sicuro infelice, pronunciata a Forum: "A volte è lecito domandarsi se questi uomini erano completamente fuori di testa oppure c’è stato un comportamento esasperante, aggressivo anche dall’altra parte?". 

 

 

 

 

"Se ti stuprano forse te la sei cercata, se ti ammazzano forse te la sei cercata - commenta su Twitter la Mannoia, amareggiata -. Mi sono rotta le p***e di queste frasi. Mi rivolgo agli uomini: ribellatevi a chi vi disegna come dei primati che non riescono a tenere a freno gli intinti, fatelo voi perché NOI SIAMO STANCHE!  BASTA!". Secondo Selvaggia Lucarelli, caustica come sempre, rispetto all'uscita a Forum "era perfino meglio il monologo di Sanremo".

 

 

 

 

Ma il caso Palombelli è diventato ben presto politico. Per Laura Boldrini, deputata Pd ed ex presidente della Camera, "non è lecito chiedersi se una donna abbia meritato di morire per mano di un uomo. La causa dei femminicidi è una sola: l'idea di possesso verso le donne che spinge gli uomini alla violenza. Punto e basta". 

 

 

 

 

"Le parole usate dalla giornalista Barbara Palombelli per provare a 'spiegare' la drammatica ondata di femminicidi che sta insanguinando il nostro Paese sono inaccettabili e frutto di una visione del fenomeno profondamente sbagliata e superficiale - scrivono le senatrici De Lucia, Leone, Maiorino, Matrisciano e il senatore Perilli, membri M5s della Commissione Femminicidio di Palazzo Madama -. Anni di lavoro e studio, ad esempio nella commissione Femminicidio del Senato, vengono così mortificati da parte di chi, come giornalista, ha un ruolo delicatissimo nell'influenzare l'opinione pubblica. In quelle poche parole sono racchiusi i peggiori stereotipi che banalizzano e distorcono l'approccio culturale e giuridico alla violenza di genere. Per questo motivo abbiamo ritenuto di segnalare l'episodio all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. All'indignazione di molti devono anche far seguito le azioni concrete, non per mettere qualcuno all'indice ma per far funzionare al meglio i presìdi di garanzia delle nostre istituzioni".

 

 

 

 

 

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