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Francesco Repice confessa: "Le sentenze di Sergio Mattarella", ciò che nessuno immaginava sul capo dello Stato

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Francesco Repice è il re dei radiocronisti, l'erede di Carosio e di Ameri, di Gentili e di Cucchi. E' una delle colonne di Tutto il calcio minuto per minuto. "Una squadra tecnicamente fortissima con ragazzi fantastici per bravura, competenza, applicazione". Intervistato dal Giornale ricorda come si è avvicinato alla radio: "Ricordo Ameri in un Juventus-Roma: intervenne per dire che Turone aveva segnato ma in fuorigioco. Io ero a Torino, con la cuffietta nelle orecchie e dissi: ahò, ma quale fuorigioco? Un'ingiustizia che non riesco a digerire ancora oggi. Il calcio è cambiato ma il modo migliore di vedere una partita resta sempre al campo con le cuffiette", avverte.

 

 

 

 

I primi intoppi: Juventus-Roma 2001, partita chiave per lo scudetto, ero a bordo campo, soffrivo l'inferno anche se raccontavo la partita in maniera algida. La Juve segna due volte, li rimontiamo. A fine partita corro in campo tra Batistuta e Totti facendo il gesto delle orecchie ai tifosi della Roma. Ma c'era un fotografo di Tuttosport. La mattina dopo mi chiama il mio redattore capo Marco Martegani che mi dice con voce tetra: vai a vedé che razza di capolavoro hai combinato Su Tuttosport c'era la mia foto con un titolo: Radiocronista Rai fa festa con la curva. Sprofondai. Credevo che la mia carriera fosse finita prima ancora di cominciare", ricorda.

 

 

 

Infine anche una rivelazione sul suo primo direttore: "Sergio Mattarella. Era il direttore politico del Popolo. Un uomo di pochissime parole, dette a bassissima voce, ma quelle poche erano sentenze: quando diceva non sono convinto doveva bastarti. E cambiare tutto". Ancora fresco è il ricordo degli Europei di calcio vinti dall'Italia, con un episodio personale tragicomico: "Il rigore di Jorginho contro la Spagna, quello decisivo. Stavo per dire ora dagli 11 metri Jorginho che i rigori non li sbaglia mai, ma mi sono morso la lingua. Così ho cominciato a dire Jorginho e basta, Jorginho e basta, Jorginho e basta. Per sette volte. Ma l'ha messa dentro".

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