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Greta Beccaglia, clamoroso sfogo di Vittorio Sgarbi: "Cosa c'entrano sesso e violenza con una pacca sul cu***?"

Gianluca Veneziani
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Ci manca solo che lo mettano alla gogna e lo frustino in pubblico. Intendiamoci: il tifoso che ha palpato il sedere della giornalista Greta Beccaglia ha commesso un atto becero e riprovevole. Ma la sacrosanta indignazione si sta trasformando in una caccia mediatica al mostro, oggettivamente sproporzionata.

Sgarbi, il palpeggiamento è stato più idiota, più volgare o più da sfigato?

«È un gesto da scemo, dotato di una gravità ludica che andrebbe però rovesciata, chiedendosi: cosa sarebbe accaduto se fosse stata una donna a toccare il culo a un maschio? Il problema non sarebbe neanche sorto. E questo dipende dal fatto che reati come lo stalking o la molestia vengono considerati solo se riguardano una donna, in quanto le donne godono di una specie di diritto aumentato. E invece, visto che per fortuna oggi le donne sono uguali agli uomini, toccare il culo a una donna dovrebbe avere lo stesso valore del toccare il culo a un uomo. La questione si sposta quindi dal piano politico e morale a quello di percezione personale. Chi si sente offeso dal palpeggiamento, che sia maschio o femmina, può denunciare. Se invece non ci sente offesi, il problema dovrebbe finire lì».

Il palpeggiatore è ora indagato per violenza sessuale, mentre molti politici chiedono per lui pene «senza esitazioni». Un appello giusto o esagerato?

«Io mi domando: cosa c'entrano il sesso e la violenza con una toccata di culo? Parliamo di un gesto maleducato, esecrabile, ma le violenze sessuali hanno a che fare con atti sessuali. In questo caso è solo una volgarità. Più che impiccare il trasgressore, come alcuni sembrano voler fare, mi limiterei a multarlo. Mille euro per ogni palpata. Così la prossima volta, anziché il culo di una donna, si toccherà le palle. Senza considerare il fatto che, continuando a demonizzarlo, si rischia di farne una vittima».

Alcuni obiettano: cominciando a minimizzare una toccata di sedere si finirà per minimizzare il femminicidio.

«È un errore logico. Sarebbe come dire che la toccata di un culo a un uomo è l'inizio di un potenziale omicidio».

 

 

Nel mirino è finito anche il conduttore in studio, Giorgio Micheletti, colpevole secondo i censori di non aver difeso la collega e di averle detto «Non prendertela. Si cresce anche attraverso queste esperienze» (anche se lui ha poi invitato la Beccaglia a «reagire. Certi atteggiamenti si meritano qualche schiaffone» e, per ammissione della giornalista, si è scusato in studio).

Micheletti ha sbagliato?

«Il conduttore ha usato il buon senso, cercando di sdrammatizzare. Magari poteva dire pubblicamente: "Quell'uomo è stato molto maleducato, va denunciato". Ma non facciamone il complice di una molestia».

È un errore generalizzare, facendo passare quel tifoso come il prototipo del Maschio bruto, maiale e violento?

«Il maschio è generalmente un coglione e fa delle cose discutibili. Anzi, direi che i maschi sono tutti così, però alcuni si trattengono. L'unica vera soluzione per noi maschi sarebbe ignorare le donne, non guardarle più, creando una grande comunità omosessuale, in cui al massimo ci tocchiamo il culo tra noi. Allora le donne verranno a invocarci perché qualcuno le tocchi di nuovo».

 

 

In alcuni celebri film italiani ci sono scene di pacche sul sedere. Penso a quella con Alberto Sordi e Franca Valeri ne "Il vedovo". Che facciamo, censuriamo?

«La cancel culture porterà a togliere ogni riferimento ad atteggiamenti come questi. Quello che allora era considerato ironico diventerà simbolo di un comportamento scorretto. E il film con Sordi verrà censurato».

A Sgarbi è mai capitato di essere palpeggiato?

«Dico di più, sono stato molestato e violentato da donne, ma non ho mai denunciato, sopportando in silenzio. Quanto alle pacche sul sedere, se una me la fa, le dico: "Continua, continua"».

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