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DiMartedì, Alessandro Sallusti sulla morte del centrodestra: "Non possono guidare il Paese"

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A DiMartedì, il programma condotto da Giovanni Floris su La7, dopo l'esito della partita-Quirinale e il terremoto che ha innescato, si ragiona sul futuro del centrodestra. E nella puntata di martedì 1 febbraio, ospite in collegamento ecco Alessandro Sallusti, direttore di Libero. Il quale non si mostra particolarmente ottimista - eufemismo - sul futuro del centrodestra. O almeno, di questo centrodestra.

 

"Ma cosa è successo?", si interroga il direttore riferendosi alla convulsa settimana quirinalizia. "È venuto a galla un fatto che noi, osservatori del centrodestra, pur avendolo visto abbiamo sperato fino all'ultimo che non esistesse, minimizzando alcuni segnali evidenti: il centrodestra come lo abbiamo visto in questi anni non può esistere, non può sopravvivere al suo fondatore che lo aveva plasmato a sua immagine e somiglianza, infatti si chiama centro-destra e non destra-centro. Mi riferisco ovviamente a Silvio Berlusconi", sottolinea Sallusti. Insomma, il centrodestra morto alle ultime elezioni politiche.

 

"Quando Berlusconi ha perso la leadership, quel centrodestra è morto - riprende -. Ha attraversato quattro anni di continuo declino, scombussolato anche dal fatto che un elemento del centrodestra è cresciuto a dismisura, Giorgia Meloni, questo ha squilibrato ancora di più tutto. Bisogna prendere atto che questo centrodestra non ha futuro. Una coalizione che non riesce a trovare un accordo, anche non vincente, sul nome per la presidenza della Repubblica non penso che possa guidare un Paese", conclude tranchant Sallusti.

 

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