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Oligarca russo disperato: "Cos'è stato costretto a vendere". Putin e Hitler, sospetto inquietante

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Forse ci sono la guerra in Ucraina e le durissime sanzioni contro gli oligarchi russi dietro la decisione di un miliardario russo di vendere l'auto di Adolf Hitler al controverso magnate minerario australiano (e candidato al Senato) Clive Palmer. La notizia arriva dal The Courier Mail, che parla della limousine antiproiettile del Fuhrer nazista costruita nel 1939, una Mercedes-Benz 770 Grosser Offener Tourenwagen decappottabile a quattro porte.

 

 

 

Fu la macchina che nel 1940 trasportò anche il dittatore italiano Benito Mussolini a Berlino, nel corso della sua visita all'alleato tedesco. E su quei sedili il capo nazista sfilò per le strade di Parigi, appena conquistata, e l'anno dopo in Jugoslavia e Grecia. Un macabro, preziosissimo pezzo di storia politica e bellica. La transazione, peraltro, arriva in uno dei momenti più tesi e drammatici della storia occidentale, con l'Europa di nuovo piombata nell'incubo di una guerra, quella ucraina, che ogni giorno minaccia di trasformarsi nel terzo conflitto mondiale. "Che sarebbe nucleare e devastante", per usare le parole inquietanti del ministro degli Esteri di Putin, Sergey Lavrov. Altra inquietante coincidenza: si parla dell'auto di Hitler proprio mentre il Cremilino ha giustificato l'invasione ucraina parlando di "denazificare il Paese" mentre in Occidente più volte si è accostata la folle accelerazione di Putin proprio alla "caduta" bellico-psicologica di Hitler.  

 

 

 

Dopo la morte del Fuhrer e la caduta di Berlino nel 1945, ricorda il sito australiano Drive.com,  l'auto sarebbe stata spedita negli Stati Uniti dal piantatore di tabacco Tom Austin e da allora è stata venduta almeno quattro volte, l'ultima nel 2017.

 

 

 

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