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Non è l'Arena, Sallusti mette spalle al muro Fratoianni: "Chi mi ricordano i pacifisti in piazza". E il "rosso" perde il controllo

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"È la stessa radice culturale politica di chi diceva né con lo Stato né con le Brigate Rosse": Alessandro Sallusti, ospite di Massimo Giletti a Non è l'Arena su La7, ha parlato in questi termini della manifestazione per la pace a Roma. Una protesta organizzata contro la guerra dei russi in Ucraina. Nicola Fratoianni, anche lui ospite del talk, lo ha immediatamente interrotto dicendo: "Ma perché non ti vergogni? Il sindacato è quello che si è mobilitato nel nostro Paese contro le Brigate Rosse. Non ti permettere!".

 

 

 

Ma il direttore di Libero ha continuato: "Capisco che è un nervo scoperto, per questo non mi fai finire. Noi abbiamo battuto le Brigate Rosse solo quando il sindacato e la sinistra hanno detto 'adesso basta'". Il segretario di Sinistra Italiana, allora, ha replicato: "Il sindacato di questo Paese non può non essere descritto come una delle forze principali che ha contribuito a sconfiggere il delirio armatista e il terrorismo. Quelli come te in tutti questi anni hanno giustificato ogni intervento militare in giro per il mondo". E Sallusti: "Io non ho giustificato niente, a me le bombe fanno schifo". 

 

 

 

Fratoianni, poi, ha lanciato delle accuse: "In tutti questi anni Putin è stato l'amico vostro, l'amico della destra internazionale". A quel punto il direttore lo ha interrotto: "Ma cosa frega a me? Io non sono andato a braccetto con nessuno, tu non fai parlare perché sei un comunista". E infine ha spiegato: "E' vero che la destra, Silvio Berlusconi in primis, è stata molto amica di Putin, ma solo perché seguiva il tuo ragionamento, non il mio. E quando io dicevo a Berlusconi che lui era un comunista, lui mi rispondeva che era proprio per quello che gli stava vicino e diceva 'o lo portiamo dalla nostra parte e lo ingabbiamo oppure saranno problemi grossi'. E questo discorso lo faceva con Putin, con Erdogan, con Gheddafi. Il principio, secondo me anche saggio, era di portare il nemico dalla propria parte. Berlusconi non voleva vendere l'Europa alla Russia, voleva portare la Russia in Europa. Non ce l'ha fatta, ha fallito, ma non è mai stato né né". 

 

 

 

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