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Papa Francesco, la profezia di Fatima: attenzione al 25 marzo, perché la fine del mondo potrebbe essere vicina

Andrea Morigi
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O la Russia si converte oppure ci porta diritti verso la fine del mondo. Papa Francesco ne è così convinto da annunciare che il prossimo 25 marzo, durante la celebrazione della Penitenza che presiederà alle ore 17 nella Basilica di San Pietro, consacrerà all'Immacolato Cuore di Maria la Russia e l'Ucraina. Se non fosse sufficiente a chiarire la sua intenzione, «lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima dal cardinale Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, come inviato del Santo Padre», fa sapere il portavoce della Santa Sede, Matteo Bruni. Il villaggio portoghese di Fatima è quello scelto nel 1917 dalla Madonna, proprio in coincidenza con lo scoppio della Rivoluzione sovietica, per comunicare una profezia apocalittica: «Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre».

 

 

L'esito finale non è considerato inevitabile. Come in molte altre circostanze della storia biblica, l'ira del Padreterno può essere trattenuta, anche se a talune condizioni. I tre pastorelli Lucia, Giacinta e Francisco, ai quali viene affidato il messaggio lo riportano così: «Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati». Obbedirle, in teoria, sembra piuttosto semplice. In realtà, se è vero che da oltre un secolo molti cattolici si accostano all'Eucaristia per cinque volte consecutive il primo sabato di ogni mese, la prima azione sembra invece aver trovato negli scorsi decenni ostacoli di ogni sorta. Ai tempi del comunismo, si temeva che bastasse una preghiera per far arrabbiare l'Urss e di offendere le gerarchie ortodosse del Patriarcato di Mosca. Benché le gerarchie del Pcus fossero ufficialmente atee e teoricamente indifferenti ai richiami soprannaturali, la minaccia era chiara: se ci provate, tutti i cristiani finiscono a crepare nel GULag in Siberia. Comunque ci finivano lo stesso tutti quelli che non si piegavano al totalitarismo marxista. Compreso Giovanni Paolo II, a cui spararono in piazza San Pietro proprio il 13 maggio 1981, ma che si convinse di essere sopravvissuto perché, nella ricorrenza del primo messaggio di Fatima, la Madonna deviò la pallottola. E quel proiettile ora è stato fuso nella corona della Vergine nel santuario di Fatima. Tanto valeva provarci. Tanto più ora, visto che, come aveva spiegato Benedetto XVI a Fatima nel 2010, «si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa».

 

 

LE RICHIESTE
La Chiesa quindi è convinta che sia accaduto qualcosa di provvidenziale e che la Regina del Rosario avesse già previsto un accoglimento incerto delle sue richieste. e aveva preparato la contromossa: «Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; seno, spargerà i suoi errori per il mondo, promovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte». L'unico scenario non ipotetico, tracciato nel messaggio è di speranza in un tempo storico in cui a regnare sarà la Madre di Dio: «Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace». È quello che il Santo Padre si appresta a fare in occasione della memoria liturgica dell'annunciazione dell'angelo a Maria e dell'incarnazione di Gesù Cristo. Come un'extrema ratio, un rimedio a cui si ricorre quando non si ha più nulla da perdere e non c'è più altro da fare. Pare che a convincere il Pontefice siano stati i vescovi ucraini di rito latino. Il 2 marzo scorso, sul sito della conferenza episcopale cattolica romana di Kiev era apparso un appello che recitava: «imploriamo umilmente Vostra Santità di compiere pubblicamente un atto di dedicazione al Santissimo Cuore Immacolato di Maria dell'Ucraina e della Russia, come richiesto dalla Santissima Vergine a Fatima. La Madre di Dio, Regina della Pace, accolga le nostre suppliche: Regina pacis, ora pro nobis!». Tradotto così, "dedicare" suona esattamente come "consacrare".

 

 

I SEGRETI
In oltre un secolo in cui si è abbondantemente e complottisticamente fantasticato sui "segreti" di Fatima, attribuendo significati occulti a quella che la Chiesa considera una rivelazione privata e non un elemento fondamentale della fede cattolica, fra gli interpreti del messaggio vi era chi aveva avuto dubbi sull'effettiva validità delle varie formule pronunciate dai Papi dopo le apparizioni di Fatima. In effetti, le modalità che sarebbero state precisate in seguito riguardavano il Vescovo di Roma in unione a tutti i confratelli nell'episcopato. E non tutti erano stati sempre pronti, concordi o disposti a quel gesto. Ma quando, nel giugno del 2000, la Santa Sede ha rivelato la terza parte del segreto di Fatima, l'allora segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, Tarcisio Bertone sottolineò che suor Lucia, in una lettera del 1989, aveva confermato personalmente che l'atto solenne e universale di consacrazione corrispondeva a quanto voleva la Madonna: "Sì, è stata fatta - aveva scritto la veggente - così come Nostra Signora l'aveva chiesto, il 25 marzo 1984". Ed evidentemente va anche ripetuta. 

 

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