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Al Bano sfida Putin: "Cosa gli è scattato nella testa". Profughi ucraini nella sua casa a Cellino

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Al Bano apre le porte di casa sua ai profughi ucraini: "Ne ospiterò tre. Sono una madre, la figlia e un altro ragazzo. Li ho potuti abbracciare solo a tarda sera per via dei controlli numerosi, le pratiche e i tamponi", ha raccontato a Leggo. Sui motivi del gesto, invece, il cantante di Cellino San Marco ha spiegato che non vuole enfatizzarlo e che ha sentito il dovere di farlo. 

 

 

 

"Come ci si fa a girare dall’altra parte quando l’umanità ti chiama? - ha proseguito l'artista -. Sono sempre stato chiamato a cantare, adesso sono chiamato a fare queste opere di umanità, niente di straordinario. Del resto 'Libertà' è una delle mie canzoni più belle". Al Bano, poi, non ha escluso di fare altri gesti del genere in futuro: "Siamo sempre pronti".

 

 

 

Parlando dello zar, che ha dato inizio all'invasione dell'Ucraina diverse settimane fa, ha detto: "Il presidente Putin ha commesso uno dei suoi più grandi errori. Non mi aspettavo per niente un atteggiamento e un’azione del genere da parte sua. Non so cosa scatti all’improvviso nella testa di certi uomini. Io l’ho conosciuto, ho cantato per lui, ma non sono un suo amico come hanno detto. È una lotta tra giganti quella a cui stiamo assistendo: tra Nato, America e Russia. È come ritornare a 70 anni fa". Mentre sulle sanzioni imposte dall'Occidente: "Credo che rischiamo di pagarle più noi che loro".

 

 

 

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