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Alessandro Orsini, Pietro Senaldi contro la sinistra: "Chi usa il metodo-Putin su un putiniano"

Alessandro Orsini

Pietro Senaldi
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Saremmo pure democratici, ma l'età dei lumi e di Voltaire non è mai stata così lontana da noi. Abbiamo ribaltato il motto del filosofo francese, che in Italia oggi suona più o meno così: siccome non sono d'accordo con quello che dici, darei la vita, o meglio ti toglierei la tua, perché tu non possa dirlo mai più. Un concetto che Putin applica in Russia con dissidenti e giornalisti e che ultimamente abbiamo fatto nostro con chiunque manifesti perplessità sull'appoggio alla resistenza Ucraina. La curiosità è che chi si comporta da censore si spaccia, proprio come il dittatore di Mosca, per un difensore della libertà; e questo malgrado un recente sondaggio di Euromedia per Porta a Porta abbia rivelato che il 50% degli italiani è contrario a inviare armi a Kiev.

 

 

Emblematico il caso di Alessandro Orsini, fondatore dell'Osservatorio di Sicurezza e professore della Luiss, che noi di Libero, essendo invece veri seguaci di Voltaire, abbiamo intervistato lunedì scorso malgrado non siamo d'accordo con molte delle sue tesi. Il cattedratico è fieramente anti-Putin e filo-occidentale, così si dichiara con fermezza anche se, quando dalle dichiarazioni di principio si scende all'analisi delle ragioni della guerra e a come se ne potrebbe venir fuori, talvolta il suo pensiero diventa sovrapponibile a quello del Cremlino. Poiché però le sue posizioni in Italia sono più popolari di quanto si vorrebbe, Orsini gode oggi di una celebrità di poco inferiore a quella dei Màneskin ed è conteso dai salotti televisivi, dove un punto di share vale più della vita di cento ucraini. È così che Bianca Berlinguer, nota per non avere la puzza sotto il naso, tant'è che sovvenziona già la coppia di cavernicoli Mauro Corona e Andrea Scanzi, ha scritturato anche il professore.

 

 

Ogni martedì l'esperto più discusso della tv va in onda su Raitre al prezzo di duemila euro a botta per spiegare perché Putin è un criminale ma chi lo ha provocato o non è da meno o non è Pico della Mirandola, e a motivare le truppe sostenendo che Mosca ha già vinto la guerra e la soluzione migliore sarebbe una resa disonorevole. Tutto regolare? Macché, apriti cielo, il Pd fa del contratto uno scandalo. Prima spiega alla conduttrice di casa che lei può anche essere la figlia del segretario più rimpianto del partito ma "Carta Bianca" è solo un modo di dire e che lei non può fare quel che vuole. Poi spiega che siamo democratici, e infatti facciamo parlare chiunque, però i soldi a Orsini no, con quello che pensa... E che scherziamo? La sinistra paga solo quelli che in tv dicono quello che vuole lei. Queste sono le regole di casa e, si sa, Raitre è casa del Pd. Non fosse così, la cara Bianchina, abbonata al terzo posto su tre nella sfida degli ascolti del martedì con Floris (La7) e Giordano (Mediaset), avrebbe chiuso i battenti da un pezzo; anche perché il suo carosello al contribuente costa ben più dei duemila euro allungati a Orsini. Il quale, vorrei precisare a scanso di equivoci, con noi di Libero ha parlato gratis. Perché democratici siamo anche noi, ma scemi no.

 

 

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