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Domenico Quirico risponde a Putin: "Un tranquillo pensionato del Kgb"

Domenico Quirico

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"Egomane facinoroso e violento", "tiranno". Domenico Quirico non si fa certo spaventare dalla denuncia presentata alla Procura di Roma dall'ambasciatore russo in Italia Sergey Razov. E in un articolo pubblicato oggi 26 marzo su La Stampa attacca Vladimir Putin e pure lo stesso Razov definito un "periferico manutengolo", "mal servito da sgangherati traduttori all'altezza della mediocrità del regime che rappresenta". "Bisogna occuparsene dunque" di Putin "perché sollecitati dalla rappresentazione che del responsabile di questa guerra feroce e sgangherata emerge in occidente in questo primo mese di conflitto".

 

 

Quirico parla di "banali lordure" che "lo rendono pericolosissimo davvero e compongono la formula con cui progetta ora di aggiungere altre province tributarie alle sue assiderate pianure sarmatiche. Putin è un mediocre. Un mediocre che non crede all'inferno nonostante si dia certe arie di scaccino ortodosso, non crede nemmeno a satanasso. Crede al nulla. Questo lo rende micidiale". Ed è questo il "nostro errore. Per venti anni abbiamo cercato di decifrarne quelle che definivamo le astuzie sopraffine, il gelido realismo, il decisionismo plebeo, abbiamo scomodato Ivan il terribile e Rasputin, perfino Stalin. Insomma lo volevamo avvolto da una fosca grandezza di autocrate del nord".

 

Ma la "sua forza" risiede "nella violenta mediocrità", scrive ancora Quirico. Putin "non appartiene alla categoria dei tiranni che vogliono riformare con la forza le loro società o ai millenaristi patibolari", "il suo girone è quello della sublimazione della mediocrità, di cui ha fatto efficace strumento di governo. Putin senza l'autodistruzione della Unione Sovietica oggi sarebbe un tranquillo pensionato del Kgb, andrebbe a spasso nei giardini pubblici di San Pietroburgo, tirando la fine del mese con la modesta pensione di capo servizio che non era riuscito a far carriera".

 

Putin, conclude Quirico, "ha capito che la sua mediocrità era perfetta per diventare un fortunato sopraffattore, doveva solo capitalizzarla offrendo ai russi la promessa di un destino fittizio: ovvero tornare grandi, potenti, un impero, prendersi la rivincita sull'occidente ricco e arrogante. Putin è un mediocre che ha recitato, si è addobbato da maresciallo, da ammiraglio, da astronauta, da statista, da padrone del mondo. Ma era quella mediocrità implacabile, dogmatica e meticolosa che lo ha reso imprevedibile e micidiale".

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