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Toni Capuozzo, guerra in Ucraina e premi Oscar: un inquietante precedente, "quella sera in cui..."

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Oggi, mercoledì 30 marzo, sul profilo di Toni Capuozzo, seguitissimo da che guerra fu tra Russia e Ucraina, trova spazio una riflessione che si affranca in modo deciso, netto, da quelle dei giorni precedenti. Già, perché l'esperto, quasi ogni giorno, di buon mattino fa il punto sugli avvenimenti salienti della vigilia, sia che si tratti da avvenimenti militari oppure diplomatici, leggendo tra le righe delle parole pronunciate da chi in questa drammatica crisi sta provando a girare un ruolo.

 

Questa volta invece no. Questa volta la riflessione si intreccia tra guerra e film, tra il conflitto in Ucraina e la cerimonia dei premi Oscar, appena celebrata con gran fracasso per lo schiaffo di Will Smith a Chris Rock. Ma qui, lo schiaffo, non c'entra nulla. Nell'ispirato e riflessivo post di Toni Capuozzo c'entrano i corsi e ricorsi storici: il 1992, la guerra in Bosnia che stava per iniziare e Mediterraneo, il capolavoro di Gabriele Salvatores che è una sorta di manifesto contro la guerra stessa.

 

Scrive Toni Capuozzo: "No, oggi niente parole: le cose vanno meglio, un po' meglio - premette -. Oggi voglio solo ricordare che trent'anni fa, il 30 marzo 1992, ci fu una serata degli Oscar, a Los Angeles, e l'unico schiaffo fu quello alla idea della guerra. Vinse, quale miglior film straniero, Mediterraneo. Che è anche un film sull'amicizia, sull'amore, sulla fine delle ostilità e sulla fine delle illusioni. Quel marzo 1992 era la vigilia della guerra in Bosnia. Non ricordo più dove vidi quel film, ma ricordo la didascalia finale, che suonava pressapoco così: A tutti coloro che stanno scappando. Dalla guerra, e dal resto". Parole che commuovono, toccano nel profondo e che fanno riflettere.

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