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Antonio Padellaro attacca Floris: "L'intervista a Conte assurda. Cosa lo ha costretto a dire"

Floris e Conte

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Non è piaciuto ad Antonio Padellaro il modo in cui Giovanni Floris, martedì 29 marzo a DiMartedì, su La7, ha posto alcune domande a Giuseppe Conte. In un articolo pubblicato su Il Fatto quotidiano, il conduttore ha chiesto al leader del Movimento 5 stelle se fosse anche lui d'accordo che in questa guerra "ci sono un aggressore e un aggredito". "Più della risposta colpiva l'espressione al limite dello sgomento dell'ex premier, che ho interpretato con un oddio perché mi chiede questo? Infatti, era come se da Conte si pretendesse un supplementare esame patriottico del sangue", osserva Padellaro.

 

 

Ma perché lo ha fatto, considerato che l'ex premier ha già chiarito "il concetto Putin aggressore e Zelensky aggredito"? si chiede l'editorialista. "Una prima ipotesi è che Floris volesse davvero puntare il dito sulle cosiddette ambiguità del Movimento, di cui Conte è stato riconfermato leader. Una roba del tipo: vediamo come reagisce a una domanda secca sul punto, se cioè la richiesta appena fatta a Mario Draghi di procrastinare quel 2% di Pil in spese militari, con il rischio di una crisi di governo, non nasconda anche da parte sua un pregiudizio anti Nato o pro Putin, o entrambe le cose".

 

 

La seconda ipotesi, al contrario, è che "Floris ha posto una domanda volutamente provocatoria proprio perché convinto che la risposta sarebbe stata la più netta. Per dimostrare che la richiesta di Conte sui circa 14 miliardi annui in più di spese per la difesa (ritenuti eccessivi rispetto all'emergenza sociale in cui versa il Paese) non nascondesse alcun retropensiero sulle tremende responsabilità del 'macellaio' Vlad".

 

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