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Controcorrente, Vauro come Putin: "Zelensky fa monumenti ai criminali nazisti", si scatena l'inferno

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E lite sia. A Controcorrente, il programma condotto da Veronica Gentili e in onda su Rete 4, VauroVladislav Maistrouk non se le mandano a dire. Nella puntata di mercoledì 30 marzo si parla della guerra in Ucraina. Ed è su questo che inizia a parlare il vignettista: "Se fossi stato presidente dell’Ucraina, non avrei permesso la costruzione di monumenti al criminale nazista Stepan Bandera in tutte le città", ha tuonato per poi passare alla polemica sulle armi.

 

 

"Riguardo a queste, o sono così pazzo da pensare di vincere la guerra con la Russia e di arrivare ad invadere il Cremlino, o non vorrei armi, ma vorrei un supporto diplomatico e di pace dell’Europa - prosegue -. Non giustifico nessuna invasione, lo ripeto. Ma non giustificare l’invasione non vuol dire non capire il contesto in cui questa guerra sta avvenendo. Io ho sempre sostenuto che quando c’è una guerra, torto e ragione vengono macellati insieme alle vite". Per Vauro, dunque, alcune responsabilità su quanto sta accadendo sono da assegnare anche a Volodymyr Zelensky. Il presidente ucraino ci sta mettendo del suo. 

 

 

Una dichiarazione che non piace al giornalista di Kiev, che subito sbotta: "Nell’Unione Sovietica il nemico più infimo era chiamato fascista, o peggio nazista. Quindi gli mettevi questa etichetta, così l’odio era già formato. Poi è logico che in tutte le società ci sono i rappresentanti di estrema destra". Immediata la controreplica: "Lo Stato italiano non ha mai emesso un francobollo con l’effige di Mussolini o Priebke, mentre il tuo governo ha emesso un francobollo con l’effige di Bandera, nelle tue città ci sono monumenti pubblici di Bandera. Dimmi perché". Inutili i tentativi dell'interlocutore, che a quel punto non può che concludere: "Ogni nazione ha il diritto di avere un suo pantheon di eroi, questi eroi possono andare bene per una nazione e non per un’altra. Se prendiamo il grande imperatore e dittatore Giulio Cesare, quello che faceva non si discostava da quello che facevano i nazisti".

 

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