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Federico Rampini, la profezia su Joe Biden: "Cosa potrebbe cambiare tutto", la fine del presidente?

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A Quarta Repubblica di Nicola Porro, nella puntata in onda su Rete 4 nella serata di lunedì 11 aprile, si ragiona su ogni aspetto della guerra in Ucraina, dell'invasione russa che ormai dura da quasi cinquanta giorni. E tra gli aspetti di cui si parla anche quello della libertà di stampa e di come l'opinione pubblica possa essere, in una qualche misura, in grado di influenzare l'esito del conflitto o l'atteggiamento di tutte le nazioni che in questa drammatica vicenda giocano un ruolo.

 

E tra gli ospiti ecco Federico Rampini, in collegamento dagli Stati Uniti, la firma del Corriere della Sera finito nel mirino di diverse critiche semplicemente per aver provato a ragionare in termini più complessi e sfaccettati su quel che sta accadendo sullo sacchiere globale.

E Rampini, ragionando sulle posizioni che si registrano in Italia, ricorda come "la libertà di stampa è quello che ci fa essere diversi dall'altra parte del mondo", in questo caso diversi dalla Russia che soffoca il dissenso. "Però - riprende Rampini - c'è una parte dell'opinione pubblica che pensa che abbiamo sempre torto noi occidentali e c'è una parte che da subito sta con Vladimir Putin". Già, gli 'effetti collaterali' della democrazia.

 

Dunque, il giornalista riporta il discorso sulla realtà negli Stati Uniti e su Joe Biden. E spiega: "Anche qui in America non c'è un'opinione pubblica compatta" sul conflitto tra Russia e Ucraina. Ma, riprende, "c'è un discreto livello di consenso per Joe Biden, ma la crisi economica potrebbe cambiare le cose", conclude un poco profetico Federic Rampini.

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