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Meteo, estate infernale e Italia travolta: "Cosa succederà nel Mediterraneo"

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La situazione climatica è allarmante. Petteri Taalas, accademico finlandese esperto di Polo Nord, mette in guardia sui prossimi rischi a cui potremo andare incontro. L'uomo, dal 2016 Segretario generale della Organizzazione meteorologica mondiale, "dovranno essere intraprese azioni ragguardevoli già durante il decennio in corso, se vogliamo mantenere il riscaldamento entro gli 1,5 gradi a fine secolo".

 

 

 

E l'allerta arriva anche per l'Italia, dove da giorni i fiumi sono secchi a causa dell'assenza di pioggia: "In effetti - conferma sulle colonne di Repubblica - registriamo una diminuzione delle precipitazioni. E calcoliamo che questa tendenza di estati più calde e più secche sia destinata a continuare. D'altra parte il Mediterraneo è una delle aree più a rischio per i cambiamenti climatici, con un livello di allarme che è secondo solo a quello dell'Artico". Secondo l'esperto la popolazione dovrà abituarsi a eventi meteorologici estremi. L'unica soluzione per abituarsi sarà dunque quella di "ridurre al minimo i danni causati dalla crescente quantità di disastri". Come? Tra i consigli quello di "investire in moderni sistemi di allerta precoce".

 

 

A riguardo la Cop26 che si è da poco tenuta a Glasgow non ha provocato lo scossone che l'Organizzazione meteorologica mondiale si aspettava: "Le nazioni del G7 e della Ue (responsabili di un terzo delle emissioni globali di carbonio) si sono impegnate a mantenere il riscaldamento entro 1,5 gradi. Il resto dei Paesi del G20, che producono quasi la metà delle emissioni globali, non sono stati in grado di assumere impegni simili". Il timore ancora una volta è di non riuscire a centrare l'obiettivo degli 1,5 gradi, provocando effetti indesiderati. 

 

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