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Beppe Grillo, "quanto viene pagato per diffondere questa roba": venduto alla propaganda russa?

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Beppe Grillo è tornato a farsi sentire in maniera indiretta sulla guerra in Ucraina, ospitando sul suo blog un intervento dal titolo “due pesi e due misure”. Chiara la critica alla gestione occidentale del conflitto, così come si evince il solito benaltrismo che ispira anche un grillino doc come Alessandro Di Battista nelle sue uscite televisive. Dalla Serbia all’Afghanistan, passando per la Libia e l’Iraq, lo scopo è quello di mettere in cattiva luce l’atteggiamento degli Stati Uniti e della Nato.

 

 

Non è però passato inosservato un passaggio particolare: “Nel 2014 la Crimea ha proclamato la sua secessione e indipendenza dall’Ucraina prontamente riconosciuta dalla Russia che di lì a poco, per contrastare la reazione del governo di Kiev, divenuto anti russo con un colpo di stato, favorì l’organizzazione in Crimea di un referendum popolare di annessione”. Pietro Salvatori, giornalista dell’Huffington Post, ha definito questo passaggio “purissima disinformazione” russa: “Grillo pubblica un post nel quale l’occupazione militare della Crimea diventa una ‘proclamazione di indipendenza’ nella quale Mosca si limitò a dare una mano organizzando un referendum per contrastare il governo ucraino nato da un colpo di stato”.

 

 

Tra le risposte a Salvatori, anche quello della collega Annalisa Cuzzocrea: “Disinformazione russa che i 5 Stelle pagano 300mila euro all’anno, se non sbaglio. Costa cara”. Il riferimento è all’accordo raggiunto recentemente dal Movimento e dal suo fondatore, con quest’ultimo che viene pagato lautamente per occuparsi della comunicazione con l’ideazione di campagne, promozione di strategie digitali, organizzazione eventi e tanto altro.

 

 

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