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Xi Jinping, Federico Rampini: "Perché non possiamo fare a meno del dittatore cinese"

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Recep Erdogan “rimane un dittatore”, ma “abbiamo bisogno” della Turchia e del suo presidente, con la speranza che quest’ultimo faccia il “negoziatore”. Parole di Federico Rampini, che è intervenuto a L’aria che tira, su La7, per commentare l’incontro tra Mario Draghi ed Erdogan. Sembrano appartenere a un’altra quei momenti in cui il premier definì Erdogan un dittatore, scatenando le reazioni della Turchia: adesso c’è la guerra in Ucraina e bisogna fare fronte comune.

 

 

“Erdogan si sa anche adoperando per cercare di sbloccare la questione del grano - ha dichiarato Rampini - dobbiamo sperare che sappia fare il mestiere di negoziatore diplomatico con la Russia e che riesca a riaprire un corridoio umanitario di forniture alimentari, che sono urgentissime in alcune zone del mondo, come il Medio Oriente e il Nord Africa. Altrimenti - ha sottolineato Rampini - si rischiano crisi alimentari e quindi migratorie, che sono quelle di cui è andato a parlare Draghi con Erdogan”.

 

 

Rampini ha poi messo il presidente turco sullo stesso piano di Vladimir Putin: entrambi sono dittatori, ma Erdogan al momento è “utile”: “I dittatori sono tutti cattivi, però lo è anche Xi Jinping, che sul rispetto dei diritti umani è addirittura peggio di Erdogan. Eppure noi con la Cina continuiamo a cooperare perché non possiamo farne a meno dal punto di vista economico. Quotidianamente facciamo compromessi con la nostra coscienza - ha chiosato Rampini - dobbiamo accettare la logica delle priorità”.

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