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Controcorrente, il retroscena di Sgarbi sul centrodestra: "Margini di ulteriore crescita"

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Si parla di elezioni a Controcorrente. Nella puntata in onda su Rete 4, anche Vittorio Sgarbi dice la sua. In collegamento con Veronica Gentili, il critico d'arte commenta i sondaggi "che indicano la certa vittoria della destra". Ma non è tutto, perché il deputato svela un altro retroscena: "Alcune aree come Noi con l'Italia nella quale sono confluito nel gruppo Misto, aprono a Toti stabilendo probabili possibilità di ulteriore crescita. Lo stesso con Brugnaro e l'Udc". 

 

 

Poi ecco che Sgarbi si sofferma su Mario Draghi. Per lui il presidente del Consiglio "non è una faccia nuova, ma largamente e politicamente consumata quindi credibile". Per lui infatti "quello che occorre non è essere nuovi o vecchi ma essere competenti e capaci, riuscire ad affrontare i problemi perché si conoscono". 

 

 

Pochi giorni fa, sul dibattito con il leader di Noi con l'Italia, Sgarbi ricordava: "Io da solo prendo dall’1 all’1,5%, a prescindere dalla coalizione. In un Comune di duemila elettori, venti voti non me li toglie nessuno. Pensa poi nelle grandi città! Questi consensi li posso portare dentro, possono essere decisivi". E ancora: "Posso strappare Tommaso Cerno al Pd, e sono qualche decina di migliaia di voti. Luca Palamara ci starebbe, e lui di voti ne vale almeno sessantamila. Poi c’è il generale Mori, altri voti".

 

 

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