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Laura Boldrini, "anche lo sport...": fin dove si spinge il delirio "fascista"

Tommaso Lorenzini
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Si chiama confusione (o se piace di più konfusione, per non perdere antiche abitudini solo camuffate) ed è l'indiscussa capolista del Pd. Del resto, se la linea al partitone la detta un Enrico Letta visibilmente in crisi di zuccheri, è inevitabile che i sodali si facciano pescare oltre la linea del fuorigioco. Figurarsi, perciò, se poteva astenersi Laura Boldrini la quale, pur di far accendere un riflettorino promozionale su di sé nella caccia alle "destre" e nella demonizzazione dell'avversario, sostiene: «Giorgia Meloni dice che vuole combattere le "devianze" tra i giovani e farlo con lo sport. Concetto da Ventennio».

Fango sul nemico, questo sì invece lo sport che esalta la sinistra, campionessa olimpica di mistificazioni e svarioni. Peccato che sul fango si scivoli, eppure la Boldrini lo dimentica e, nella foga di voler a tutti i costi paragonare le politiche della Meloni alla incalzante retorica e propaganda del Duce in tema di attività fisica («Le prodezze sportive accrescono il prestigio della nazione e abituano gli uomini alla lotta in campo aperto, attraverso la quale si misura non soltanto la prestanza fisica, ma il vigore morale dei popoli», sosteneva Mussolini), tre ore dopo aver postato on line la sua sciocchezza su sport e braccio teso è stata costretta a sorbirsi proprio via social il seguente "Le proposte per lo Sport: 5 linee strategiche", firmato da Mauro Berruto, responsabile sport proprio del Pd. Il quale in poche righe piazza tutta una serie di concetti che la nostra Boldrinova potrebbe perfino assimilare ai rigurgiti di qualche gerarca fascista: "l'attività motoria come un farmaco prescrivibile dal medico di base"; "lo sport è cultura"; "lo sport come sostegno alle famiglie numerose"; lo sport come rilancio delle aree urbane con più "sicurezza per pedoni e ciclisti"; e, udite udite, "lo sport in Costituzione".

Il tutto condito proprio sul sito del Pd da una dichiarazione dello stesso Berruto che (orrore!) plaude alla volontà di Giorgia di mettere lo sport al centro del programma di Fratelli d'Italia: «Le ho risposto con un video. Sono molto felice e sono d'accordo che Meloni scopra l'importanza del diritto allo sport». Poi l'ex ct del volley risale rapidamente sul proprio cavallo di battaglia chiudendo il ragionamento: «Meloni mi piacerebbe che spiegasse: cosa pensa dei tanti ragazzi e ragazze che, non avendo ancora la cittadinanza italiana, oggi possono diventare campioni italiani ma non possono vestire la maglia della nazionale?». Senza andare troppo lontano, Berruto potrebbe chiederlo anche alla sua compagna di partito Boldrini: anche se la risposta, a quanto pare, sarebbe prevedibile, "lo sport è roba da fascisti".

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