Pur di fronte a una Barbara D'Urso vestita di nero in segno di lutto per la morte della Regina Elisabetta, il giornalista Antonio Caprarica non guarda in faccia a nessuno, nemmeno a Lady Diana. Lo storico corrispondente Rai da Londra, grande esperto di Famiglia reale, è in collegamento con Pomeriggio 5, su Canale 5 regalando un punto di vista senz'altro controcorrente rispetto alla "favola" di Lady D. I colleghi Roberto Alessi e Silvana Giacobini la difendono spada tratta, sottolineando il suo ruolo di giovane vittima di una storia molto più grande di lei e le colpe del principe Carlo, oggi diventato Re Carlo III. Il loro matrimonio, infelice per anni, è naufragato a causa del suo amore per Camilla Parker Bowles.
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Nel suo lungo regno, la Regina Elisabetta ne ha viste di ogni. Come ricordano gli esperti, la sovrana da poco scomparsa ..."Mettetela come volete ma per 40-50 anni Carlo ha sempre amato quella donna e lei ha fatto altrettanto", è la presa di posizione di Caprarica. "E' anche vero però che Carlo ha sposato una donna e l’ha resa infelice perché non voleva rendere pubblica la sua storia d’amore con Camilla. Questo glielo contesto", replica Alessi. "Diana è stata sacrificata sull’altare della convenienza - ha poi preso la parola la Giacobini. Carlo lo ha accettato". E' a questo punto, però, che Caprarica perde le staffe.
L'Aria che Tira, Alan Friedman e la bomba su Carlo: "Il suo braccio destro..."
La morte della Regina Elisabetta ha sconvolto tutti, anche Alan Friedman. Lui stesso, come raccontato a L'Aria Che T..."Non è vero che qualcuno glielo ha imposto e che è stata una trappola per Diana. È stato un errore gigantesco da parte di Carlo da un lato e da parte di Diana che si era innamorata. Aveva 18 anni? Ma una ragazza di 18 anni si lascia imporre il matrimonio? Ma no, è che lei si era innamorata della sua favola. Voleva diventare una regina e ci è cascata". Insomma, non ci sono una vittima e un carnefice. Semmai, due vittime dei propri ruoli e delle proprie illusioni. "Io ho una enorme stima per Diana e per la donna che era diventata - ha poi precisato Caprarica, a scanso di equivoci -. Ma questa cosa di presentarla come l’agnello sacrificale è assolutamente ingiusta e ingiustificata". In fondo, conclude, "nessuno l’aveva costretta".