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Matteo Salvini, Michele Serra lo infanga: raccoglie una raffica di insulti

Michele Serra

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Michele Serra, nella sua rubrica "L'amaca" su La Repubblica, titolata "Ora i Paragone sono due", massacra per la disfatta elettorale non il Pd ma Carlo Calenda e Matteo Salvini e viene travolto dagli insulti sui social. "Il Salvini, per esempio, dopo avere dilapidato più della metà dei voti leghisti potrebbe essere defenestrato dai suoi", scrive il giornalista."Tornerà alla sua caratura di partenza, che è quella di un Paragone ante-litteram. Fossi in lui, anzi, denuncerei Paragone per plagio". Quindi passa all'attacco del leader di Azione: "Poi c'è Calenda, che tra i giovani dei bar del centro pare abbia spopolato, ma nelle valli e nelle paludi è una specie sconosciuta". E così Calenda, "parla da leader mancato, anzi da redentore incompreso", aggiunge Serra, "uno così non cerca alleati ma apostoli. Ha una magnificenza e un piglio invidiabili, ma trascorrerà questa legislatura in solitudine, tuonando dai banchi dell'opposizione contro la dissipazione populista mentre l'astuto Renzi sarà in Arabia a far passare la nottata, anzi le mille e una nottata". Quindi conclude: "Ci sono sconfitti che hanno parlato da sconfitti e sconfitti che parlano da vincitori". 

 

 

Parole che hanno scatenato l'inferno sui social. Il primo a ribattere è proprio Calenda: "La spiegazione del perché la sinistra è diventata odiosa per tanti italiani. Serra scrive che il 17.5% dei giovani sono 'quelli del bar in centro' e che 2,2 milioni di voti sono elitari e ininfluenti. C’è più razzismo qui che in tutta la campagna della Meloni". 

Ma i commenti al pezzo di Serra non si contano. "Il livore dell’amaca di Serra basta a capire perché un certo pensiero di sinistra, quello si super elitario e salottiero, è morto"; si legge. "Michele Serra è un habitué del non capire mai un ca***", scrive un altro. E ancora: "Povero Serra, penoso com’è da anni ormai, lui che ci scrive i suoi 'rispettosissimi' pezzi da chissà quale periferia degradata, non come i 'giovani dei bar in Centro'". Insomma, "il più osceno pezzo che sia mai uscito dalla penna di Michele Serra, il suo disprezzo per quel 17% di giovani, il suo sarcasmo mal posto è tutto ciò che ormai identifica una sinistra fallimentare".

 

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