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Tagadà, Molinari contro Piantedosi: "Giusta la stretta sui rave ma..."

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"Si tratta di una misura che restringe le nostre libertà, è giusto regolare i rave party, ma il prezzo non può essere la restrizione delle libertà degli individui": Maurizio Molinari, ospite di Tagadà su La7, ha parlato in questi termini della stretta sulle feste illegali decisa dal governo di Giorgia Meloni. Dopo lo sgombero del rave di Modena, infatti, l'esecutivo ha deciso di inasprire le pene per chi organizza questi party. 

 

 

 

"E attenzione, perché se fosse passata quella norma a cui Tajani si è opposto, le autorità di sicurezza avrebbero avuto anche la possibilità di ascoltare chiunque si incontri con più di 50 individui per discutere di qualsiasi argomento. Siamo in una situazione di frontiera nel rispetto dei diritti civili", ha continuato il direttore di Repubblica, riferendosi all'indiscrezione secondo cui ieri in Cdm il ministro dell'Interno Piantedosi avrebbe proposto di intercettare gli organizzatori di rave. Ma sia Meloni che Tajani avrebbero frenato. 

L'intervento di Maurizio Molinari a Tagadà

 

 

 

"Gli italiani aspettavano dei provvedimenti sulle bollette dopo una campagna elettorale che ha visto Meloni e la Lega puntare solo su questo tema - ha detto Molinari -. Ora le coincidenze di mercato e le misure prese dal governo Draghi hanno ridotto l'allarme bollette. Però attenzione, perché c'è una questione di emergenza sociale da affrontare, nel nostro Paese ci sono 15 milioni di poveri secondo la Caritas". E ancora: "Se la priorità elettorale di Meloni e Salvini è stata quella di stare dalla parte dei disagiati, allora perché non sfruttare il primo Cdm per varare dei provvedimenti che proteggono gli underdog, gli sfavoriti? Perché invece di occuparsi dei disagiati, facendo fede ai loro impegni della campagna elettorale, improvvisamente hanno deciso di aggredire i diritti civili?".

 

 

 

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