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Orsini, l'ultima sparata: "La verità dietro la ritirata dei russi"

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Nonostante la liberazione di Kherson e la controffensiva ucraina che sta mettendo a dura prova il nemico, Alessandro Orsini è convinto: "L'Ucraina sarà devastata". Dopo aver toppato giù una profezia, ecco che il sociologo rincara la dose. Di più, dietro il successo di Kiev a Kherson, Orsini ci vede dell'altro: "L'esercito russo ha deciso di lasciare la città di Kherson senza combattere. L’evidenza empirica non consente di affermare che la ritirata sia dovuta a scarso equipaggiamento o alla voglia di non combattere. Queste affermazioni propagandistiche devono essere corrette".

 

 

Ad avvalorare la sua tesi sulle colonne del Fatto Quotidiano, i numeri di Mark Milley. "A suo dire - scrive -, i soldati ucraini caduti sono circa 100.000, grosso modo il numero dei russi. Con la differenza che il numero dei caduti ucraini dovrebbe essere inferiore a quello dei russi giacché la Russia invade e l’Ucraina si difende". Allora, viene da chiedersi, se gli ucraini sono caduti come mosche, perché abbandonare la città? Anche su questo Orsini ha le risposte.

 

 

Il sociologo si sofferma in particolar modo su una: il ponte di Kherson danneggiato dalle armi americane. "Se gli ucraini fossero entrati a Kherson, i russi avrebbero avuto bisogno di rifornimenti che il ponte Antonovsky non consentiva di trasferire da una parte all’altra del Dnipr. Per non rimanere intrappolati, i russi hanno ceduto la città mettendo in salvo soldati e attrezzature sull’altra sponda del fiume". Insomma, per Orsini non c'è alcuna controffensiva da parte ucraina che possa tenere. E chissà se questa volta la sua premonizione si avvererà o finirà come "il bagno di sangue" di Kherson,

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