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Souad Sbai: "Il Qatar finanzia gli estremisti. E chi denuncia finisce male"

Carlo Nicolato
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C'è un filo rosso che unisce i Mondiali in Qatar, le tangenti al Parlamento Europeo, il gas ed infine Messi, incoronato alla premiazione di Doha con il bisht, la veste araba degli emiri, dei dignitari, dei ricchi e degli imam. Anzi, secondo l'ex parlamentare e saggista di origini marocchine Souad Sbai c'è anche molto di più, c'è il segno di una "sottomissione", per dirla con lo scrittore francese Houellebecq, che nell'omonimo libro indicava nel Qatar uno dei due contendenti (gli altri erano i sauditi) per il dominio dell'Europa.

 

Quindi siamo "sotto-Messi"?
«È da anni che siamo sottomessi, è dal 2004 che l'Occidente è sottomesso ai finanziamenti del Qatar. Fanno quello che vogliono in modo palese. Basta leggere "Qatar Papers" per farsi un'idea di come abbiano finanziato l'estremismo in Europa e in Italia. E chi lo denuncia finisce male, viene messo da parte, non esce più, deve guardarsi le spalle... Hanno creato perfino quella parola, "islamofobia", per autoassolversi. Hanno pagato chiunque per tacere o per edulcorare l'immagine del loro Paese, ma quei soldi trovati a Bruxelles sono solo spiccioli, quelli grossi, i miliardi non usciranno mai...».

Partiamo dal Mondiale.
«Anche quello è stato pagato. E nulla è stato lasciato al caso. Io non sono una tifosa di calcio ma come può essere una caso che alla finale dei Mondiali in Qatar siano arrivate le due squadre dove militano i due simboli della squadra di proprietà dello stesso Paese, il Psg, i due sportivi più pagati, i due investimenti più importanti degli emiri in termini sportivi e d'immagine? Se avesse vinto la Francia il bisht l'avrebbero messo a Mbappè, poco cambiava. È la quadratura del cerchio con il benestare interessato della Fifa dell'"immigrato gay" Infantino. È il trionfo del potere del denaro islamico al cospetto del quale l'Occidente si prostra».

Ma Infantino ha detto anche che è stato il miglior Mondiale di sempre.
«Corruzione, migliaia di morti per costruire gli stadi, diritti civili negati, ma di cosa stiamo parlando?».

 

 

E le mazzette a Bruxelles?
«Sono solo un caffè per il Qatar, spiccioli, ma va anche però capito il tempismo dell'operazione, proprio quando al governo in Italia è appena andata la destra. Noi in Italia ce ne rendiamo poco conto ma i giornali all'estero non fanno distinguo tra gruppi "Socialisti e Democratici" o Ppe, questo per l'estero è uno scandalo italiano, tutto italiano, un "italian job" anche se c'è di mezzo qualche greco e forse qualche belga. È un danno d'immagine enorme. Ci vorranno anni, almeno un decennio di lavoro, per recuperare credibilità da parte del nostro governo e del nostro ministero degli Esteri». 

Quindi c'è dell'altro, ci sono ben altri soldi arrivati dal Qatar? 
«Ripeto, basterebbe leggersi i Qatar Papers per farsi un'idea di tutti i soldi serviti per finanziare la Fratellanza musulmana che in Europa prospera. Per assurdo non è riuscita a conquistare il mondo arabo ma grazie ai soldi del Qatar sta conquistando quello occidentale. Non dimentichiamo che in Europa sono 3 o 4 anni che Doha finanzia anche la sensibilizzazione sul velo per come portarlo, sostenendo che il velo è libertà e importante per le donne». 

E perfino la Commissione fa le campagne pubblicitarie con le donne con il velo...
«Questo dimostra quanto in profondità la potenza economica e politica del Qatar è arrivata. La Ue stessa in passato ha finanziato progetti in questo senso e nessuno ha detto niente. Nel mondo arabo l'hanno capito cos'è il Qatar, l'Occidente no, o meglio ha interesse a non capirlo. L'Occidente è un ventre molle».

 

 

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