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Ratzinger, clamoroso: perché la beatificazione è a rischio

Francesco Capozza
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Benedetto XVI Santo subito? Forse. Potrebbero esserci infatti degli ostacoli canonici e burocratici affinché la richiesta del popolo di Dio, elevatasi a gran voce sia ieri al termine della cerimonia esequiale per il 265mo successore di Pietro sia durante l'udienza generale di mercoledì scorso, possa essere esaudita. Nell'epoca dei social e dello streaming, in cui tutto è immediato e "in diretta", il lento e millenario protocollo istituzionale e canonico della Santa Sede sembrerebbe apparire anacronistico, datato, polveroso; ma anche questo, che piaccia o no, è il Vaticano. Innanzitutto è bene ricordare che la Chiesa cattolica, e nella fattispecie il dicastero a questo preposto, la Congregazione per le cause dei Santi, è disponibile a recepire la richiesta di introduzione di una causa di beatificazione o canonizzazione solo dopo cinque anni dalla morte del possibile candidato alla Gloria degli altari. Successivamente è fondamentale stabilire i requisiti affinché questa causa possa essere introdotta: eroicità delle virtù, martirio, miracoli constatati, offerta della propria vita per la Chiesa e in nome di Dio. Anche uno solo di questi, ovviamente, è bastevole.

 

 

Tuttavia un elemento è assolutamente imprescindibile: il vincolo temporale di cinque anni dal decesso dell'illustre compianto. Si dirà: e allora Wojtyla? In effetti la causa di beatificazione del Papa polacco (morto nel 2005, già nel 2011 era beatificato e nel 2014 canonizzato) ha avuto un'accelerazione inconsueta nella bimillenaria storia della Chiesa ma, contrariamente a quel che si pensa, non fu per impulso di Benedetto XVI, bensì dell'intero collegio cardinalizio che vincolò il successore di Giovanni Paolo II prima ancora che venisse eletto. Una importantissima fonte vaticana racconta infatti a Libero: «Già nel pre-Conclave del 2005, prima che si sapesse chi sarebbe stato l'eletto, i cardinali votarono all'unanimità un documento con cui s' impegnava il futuro pontefice, chiunque egli fosse, ad accelerare i tempi per la causa di beatificazione di Wojtyla».

 

 

Così Ratzinger, non appena eletto, si adeguò subito a quella scelta (immaginiamo, ovviamente, con grande convinzione visto il legame d'amicizia e collaborazione storica con il diretto predecessore). «Stavolta però potrebbe non essere così semplice», ci spiega l'altissimo prelato a cui abbiamo chiesto numi, «potrebbero certamente uscire fuori ben presto dei miracoli compiuti su intercessione di Benedetto XVI, ma c'è pur sempre la questione della rinuncia al pontificato che potrebbe essere interpretata come una mancanza di virtù eroiche, di paura, di inadempienza di Ratzinger». Anche da morto, quindi, Benedetto XVI potrebbe essere ostacolato proprio per essere "sceso dalla Croce". 

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