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Sgarbi asfalta la sinistra con una frase: "Dante patriota, vi dico tutto"

Vittorio Sgarbi

Hoara Borselli
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Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura, critico d'arte per eccellenza, si è espresso rispetto a due forti polemiche. Una riguarda il suo strappo con il cantautore Marco Castoldi - in arte Morgan -, con cui sono volate offese pesantissime, e l'altra rispetto all'affermazione del ministro Sangiuliano, al centro di attacchi feroci dalla sinistra per aver definito Dante Alighieri il fondatore del pensiero della destra italiana.

Vittorio, è stata veramente così azzardata o impropria l'affermazione del Ministro Sangiuliano? Il Sommo Poeta può essere associato alla cultura politica di destra?
«Sangiuliano ritengo abbia usato un paradosso logico che è sembrato un po' ardito. La realtà è che Dante non è né di destra né di sinistra se lo inseriamo in un contesto puramente storico. Non possiamo però ignorare che ha scritto il saggio politico "De Monarchia" dove manifesta una posizione molto chiara che potremmo definire di destra».

Ci spieghi meglio
«Dante Alighieri era un monarchico, un assolutista. La Monarchia non può certo essere definita una forma politica di sinistra. È anche vero che la Monarchia del '200 o del '300 non può essere definita di "destra" nel senso letterale, perché la destra non esisteva».

In effetti la distinzione fra destra e sinistra è legata alla nascita dei partiti.
«Ai tempi di Dante non c'era la democrazia e dove non c'è democrazia non possono esserci partiti. Ma soprattutto dove c'è la monarchia non può esserci democrazia».

La Monarchia di cui parlava Dante nel suo saggio non può quindi essere accostata alla "destra" politica come la intendiamo oggi.
«Certamente no. Federico II era un uomo con poteri assoluti ma non era come Mussolini. Le due figure non possono essere in alcun modo associate.
Sono entità incomparabili».

Quindi non è corretto utilizzare la parola "destra" associata a Dante.
«La si può utilizzare se, come immagino abbia voluto fare il ministro Sangiuliano, spostiamo la discussione su un piano paralogico. Si può alludere che Dante fosse di destra ma non puoi darlo come dato di fatto. Puoi usare la terminologia "destra" per inquadrare il suo orientamento pur sapendo che in quel periodo la destra non esisteva».

Secondo lei possiamo definire Dante un patriota?
«Si! Dante è l'Italia. L'Italia ha tre grandi patrioti».

Quali?
«Dante Alighieri, Cristoforo Colombo e Giuseppe Garibaldi. Dante ha scoperto la lingua italiana. Colombo ha scoperto l'America e Garibaldi ha fatto l'Italia».

Non posso non chiederle qualcosa rispetto all'acceso botta e risposta con tanto di accuse ed insulti fra lei e Morgan. Sembravate cosi affiatati, ci racconta cosa è successo?
«Il tutto nasce per una questione legata a Luigi Tenco, la sua famiglia, la fondazione. Una questione che io sinceramente neppure conosco e di cui personalmente mi interessa ben poco».

Sembra che il risentimento di Morgan sia nato perché all'interno della vostra comune chat, " Rinascimento Dissoluzione", lui non abbia trovato il supporto sperato, (soprattutto da lei), nel dare maggiore risalto al patrimonio artistico del cantautore.
«Probabilmente si, credo dipenda da questo. Però mi chiedo se secondo lei è normale che per una "scarsa attenzione" su un tema che probabilmente gli sta molto a cuore, non lo metto in dubbio, faccia ciò che ha fatto».

Cosa ha fatto? Ce lo racconti lei...
«Il gesto più maleducato che una persona possa fare, ovvero cancellare le persone che io avevo inserito nella chat. Persone che avevo coinvolto nelle nostre discussioni e che avevo personalmente invitato. Si parla di circa centocinquanta amici. Ha cancellato anche mia figlia. Tu i miei ospiti non li cacci di casa!».

E quindi poi cosa è successo?
«Morgan ha iniziato a mandarmi messaggi sul mio telefono personale ma dopo il gesto che ha fatto l'ho cancellato anche da lì».

Da qui poi sono partiti gli insulti? Se ne leggono di molto pesanti.
«Ecco alcune delle frasi che Morgan ha scritto, rivolte a me: "Non sbavare, vivi i tuoi anni che ti restano". "Sei l'orco delle fiabe. Nessuno ti stima e tutti ti temono". "La mia intelligenza è la cosa migliore che hai incontrato negli ultimi vent'anni"».

Insulti pesantissimi a cui lei ha risposto cosa?
«"Tu sei un topo"».

Morgan poi le avrebbe scritto: "Ti manca il cuore", a cui lei ha risposto: "Mi basta la testa".
«Sì, ha anche aggiunto: "Mi dispiace, pensavo fossi una persona degna. È una delusione immensa". A cui ho risposto: "La mia non è una delusione perché non mi sono illuso"».

Lei non crede che dietro il pretesto della polemica Tenco si possa nascondere la delusione di un mancato incarico istituzionale, che Morgan dava forse per scontato?
«Probabilmente sì. Mi chiedo però perché prendersela con me quando ci possono essere mille persone che avrebbero potuto aiutarlo a raggiungere questo obiettivo».

Forse perché lei riveste un incarico istituzionale importante e perché ha sempre speso parole bellissime sul cantautore non avendo mai fatto mistero di quanta stima personale ed artistica nutrisse nei suoi confronti.
«Io da sottosegretario ho la possibilità di fare delle nomine, avrei potuto nominarlo mio assistente, non posso certo nominarlo Presidente della Rai. Non gli ho mai promesso un qualcosa che non sarei stato in grado di mantenere». 

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