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Messina Denaro, la verità del comandante Alfa sulla cattura: "Fesserie"

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"La latitanza nella sua città lo ha agevolato". Si parla di Matteo Messina Denaro a Fuori dal Coro. Nella puntata di martedì 17 gennaio su Rete 4 Mario Giordano intervista il comandante Alfa, luogotenente dell'Arma dei Carabinieri, nonché l'ex più decorato d'Italia. È lui a spiegare che la latitanza di trent'anni del boss mafioso nella sua città natale, Castelvestrano, "ha penalizzato le forze di polizia". Il motivo? "Un capo non abbandona i suoi uomini, conosce bene - millimetro per millimetro - il territorio e si sente ed è più protetto. Ecco perché si è fatta fatica. Tutto il resto sono fesserie". 

 

Poi il comandante Alfa nutre qualche sospetto sull'ipotesi avanzata da molti, ossia che il boss si sia fatto arrestare perché malato. "Ma secondo lei - chiede rivolto al conduttore -, uno come Messina Denaro, chiamato il 'signorino' per come si vestiva bene e per come si godeva la vita, si fa arrestare? Il carcere non è una vacanza, il 41 bis è duro. Poi io non l'ho visto così male anche se malato". Insomma, per il comandante dietro l'arresto c'è solo la bravura delle forze dell'ordine, nient'altro.

 

"I carabinieri del Gis, il Gruppo di Intervento Speciale - ha già ribadito -, hanno una preparazione durissima. Occorre essere forti sia fisicamente che mentalmente". Per questo quella che ha portato alla cattura di Messina Denaro "è stata una operazione perfetta, parecchi di questi uomini li ho addestrati io nei miei ultimi anni al Gis, dove ho trascorso 40 anni di servizio hanno curato tutti i piccoli particolari e non perché si trattava di catturare Matteo Messina Denaro". 

 

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