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Cuzzocrea & co, le donne di sinistra che elogiano il passo indietro

Annalisa Cuzzocrea

Andrea Valle
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Com’è umana lei. C’è del fantozziano, o forse del tafazzismo, nella lettura che alcuni giornali hanno dato del passo indietro della premier neozelandese. Firme prestigiose, ovviamente al femminile, tutte contente della decisione presa dalla 42enne Jacinda Ardern, primo ministro a soli 37 anni, mamma di una piccola di nome Neve e futura moglie del 46enne Clarke Gayford al quale lei ha chiesto di essere sposata dopo la conferenza stampa in cui ha ammesso di non avere più energie per andare avanti. È stanca, Jacinda, sono stati cinque anni duri, sente di avere dato tutto per il proprio Paese, ecco perché non si ricandiderà. Le dimissioni ufficiali scatteranno il 7 febbraio e il suo successore sarà un uomo: Chris Hipkins, indicato dal Partito Laburista come unico candidato alla successione di quella che fu la più giovane premier, prima della finlandese Sanna Marin.

 

 

Non ci sono motivazioni politiche alla base della decisione che ha spinto la Ardern a lasciare, ma solo personali: consapevolezza di non farcela più, voglia di arrivare a casa a un’ora decente, togliersi i tacchi e sprofondare sul divano davanti a un filmetto leggero o un reality di cucina come una qualsiasi donna che non abbia dovuto lottare contro gli insulti dei no-vax o finito di gestire una crisi internazionale come invece è accaduto a lei dopo l’attacco alla moschea di Christchurch.

Jacinda Ardern avrà le sue ragioni personali, ma il fatto che sui cosiddetti “giornaloni” venga dipinta come l’esempio della donna forte ed empatica che sa ritirarsi al momento giusto, stride con tutta la retorica delle femministe da sempre in guerra per le quote rosa e i posti di comando, con quelle che hanno riempito pagine e pagine per dire che è tempo di avere donne leader in politica, al vertice delle istituzioni, nei grandi consessi internazionali e che poi, magari, ora fanno fatica ad ammettere che in Italia abbiamo un presidente del Consiglio di 46 anni, che fa politica da sempre senza piegarsi ai diktat dei maschi, che è pure riuscita a mettere al mondo una figlia e ad avere un compagno accanto e che, però, ha il neo di essere di destra e allora, bé, se si porta la bambina a Bali al G20 è da criticare perché è poco professionale.

 

 

Più che la saga del ragionier Fantozzi, qui ci sono le intellettuali “di sinistra” che prima tifavano per il potere al femminile, come fosse un miraggio, e ora scrivono articolesse per lodare la scelta di Jacinda di mollare la spugna. «Non ci era mai accaduto di vedere un premier che lo facesse», scrive Annalisa Cuzzocrea su La Stampa, «dopo decenni di potere declinato al maschile, sono frasi rivoluzionarie». E pure per le signore del Pd la mossa dell’ex primo ministro è ammirevole perché dà il senso di responsabilità di cui sono capaci le donne. Peccato che abbiano sempre dichiarato il contrario. 

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