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Massimo Gramellini-choc: per lui è saggio discriminare i bianchi

Simona Bertuzzi
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Sul Corriere della Sera leggo che è saggio discriminare i maschi bianchi, e lo sarà per un paio di generazioni future, perché «per realizzare una giustizia domani, bisogna probabilmente commettere un’ingiustizia oggi». Lo scrive Massimo Gramellini nella sua rubrica “Il Caffè” e la riflessione parte da un caso che in Inghilterra sta suscitando un certo clamore. Qui la Raf, l’aviazione militare inglese, ha deciso di assumere il 40 per cento di piloti donne e neri. Non si terrà conto di meriti, medaglie e atti di eroismo. 

Si guarderà direttamente al sesso del candidato e al colore della pelle. Piloti bravissimi, ma non classificabili alle voci di cui sopra (donna o persona di colore), resteranno a terra puntando il dito contro i vertici che li hanno gentilmente messi in disparte in nome di un non meglio precisato risarcimento sociale e di un paradiso prossimo futuro che ci vedrà tutti uguali e ben allineati ai nastri di partenza. Una donna, ufficiale dell’aviazione- probabilmente giunta a ricoprire quel ruolo non per il suo apparato riproduttore ma perché ha faticato più di mille colleghi maschi- si è giustamente incazzata con i superiori domandandosi quale e quanto sarà lo scadimento qualitativo del suo reparto. Gramellini le concede l’onore delle armi, tuttavia insiste nella sua tesi e precisa: «Come in tutte le cose, servono gradualità e buonsenso».

 

Insomma il più autorevole quotidiano italiano ci sta dicendo che, per 50 anni buoni, i meritevoli resteranno in panchina sperando che allo scadere del tempo si realizzi una società «dove tutti abbiano le stesse opportunità e la parola “merito” acquisti finalmente un senso compiuto». Cinquant’anni di sacrificio e dannato oscurantismo... E noi poveri scemi (padri, madri, insegnanti, nonni) che abbiamo passato la vita a vergognarci delle ingiustizie di cui siamo stati protagonisti o spettatori disperati, dovremmo forse raccontare ai nostri figli che studiare, elevarsi, inseguire gli antichi sulla strada della conoscenza non ha senso perché veniamo da secoli di ingiustizie e discriminazioni e solo replicandole – «a sessi e colomiri invertiti» - ne usciremo migliori?

 

CANCEL CULTURE
Per qualcuno è solo l’apoteosi di quel politicamente corretto che per salvaguardare le minoranze impone la cancel culture, qui estremizzata: salvaguardo gli altri e cancello te. Il tuo merito. Il tuo valore. Vallo a spiegare ai giovani che ha un senso. E alle ragazze schierate all’esame di pilotaggio, coi loro libri sotto il braccio e i suggerimenti dei prof appuntati nel taccuino, che passeranno comunque perché sono quote rosa e non donne dotate di cervello.

Senza considerare i rischi di un mondo che rinuncia al merito in attesa che il merito ritorni. Sintetizzo senza troppi sofismi. Prenderemo aerei e treni e pregheremo che il pilota non sia stato scelto in base a una fredda quota percentuale ma al talento, alla perizia e ai chilometri percorsi. Guarderemo i guru della finanza gestire milioni di euro e vite umane e ci domanderemo se davvero appartengono ai quei stimatissimi cervelli che possono cambiare le sorti di un paese o sono semplicemente donne o neri scarsi, e dunque ai vertici del potere a prescindere. E quando andremo in sala operatoria per sottoporci a un intervento chirurgico sarà un terno all’otto o una partita con Dio perché lì schiantarsi sotto i ferri di un medico incompetente vorrà dire solo morire. Aquel punto anche la guerra in Ucraina potrebbero deciderla le Pussy Riot o la congregazione delle ballerine scalze anziché l’ardimento dei soldati, sarà la fine del mondo ma almeno rideremo e avremo le tette al vento.

STRANA MORALE
Caro Gramellini, appartengo alla schiera degli affezionati lettori della sua rubrica quotidiana, ma le comunico che si deve far da parte perché da domani verrò io, o un’altra immeritevole al pari mio, a intingere la penna nel suo caffè quotidiano. E lei «maschio bianco che ha goduto per millenni di condizioni di favore che lo rendono ancora adesso più preparato a occupare certi ruoli» e in particolare quel ruolo «dovrà fare un passo indietro. È fastidioso, lo riconosco», ma è l’unico modo per realizzare il suo disegno bizzarro di giustizia.

PS. Da un’ingiustizia non nasce mai una giustizia ma solo vergogna e degrado. E questo va detto ai nostri figli se vogliamo che crescano migliori di noi.

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