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Vittorio Feltri: cambiare sesso è un diritto, non una festa. Pensateci bene...

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Vittorio Feltri
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Ho letto sulla Stampa di Torino un paio di lunghi articoli scritti da signore che trattano con dolcezza il problema del cambiamento di sesso. Che viene giustificato, compreso e in alcuni casi incoraggiato. Personalmente sono convinto che ciascuno debba poter disporre del proprio corpo come gli garba. Ma penso anche che sia lecito discutere del tema analizzandone alcuni aspetti difficili da digerire.

Pare che siano più numerosi gli adolescenti nati maschi a desiderare di diventare femmine. Le ragazze che vogliono diventare ragazzi sarebbero una minoranza. E la cosa non mi sorprende perché ho capito che mediamente le donne sono più intelligenti degli uomini. Non discuto della faccenda riguardante l’omosessualità, ovvio che ciascuno a prescindere dal genere possa esercitare le proprie preferenze sotto le lenzuola. Il punto è un altro. Se un giovanotto pretende di andare a letto con un altro giovanotto anziché con una fanciulla sono rigorosamente affari suoi e di nessun altro. Lo stesso discorso vale per le signorine che amano altre signorine. Praticamente a me la faccenda non stupisce affatto.

 

Meglio ancora: non mi importa un tubo. Né fischio né applaudo , ci mancherebbe. Il problema che mi pongo è un altro. Poniamo che io maschio voglia diventare femmina. Vado da un chirurgo specializzato, mi faccio amputare il pene e costruire un pertugio che somigli a una vulva. Poi però non mi posso considerare una signora, sono semplicemente un castrato che anziché i pantaloni indosserà la gonna. Tutto qui? Mi sembra un po’ poco per giustificare l’intervento che non mi permetterà mai di avere rapporti soddisfacenti. Già, non basta buttare via il pisello per essere una dama, la quale per essere tale deve avere l’utero, le ovaie e il clitoride come minimo. Quanto al seno la musica è diversa. Esistono le protesi. Insomma non si tratterà mai di un vero mutamento disesso se non dal punto di vista estetico, ma sappiamo tutti che non sono l’estetica e l’abbigliamento a determinare il cosiddetto genere, ci vuole altro. Nel caso di un passaggio dal maschile al femminile servirebbe poter trasferire all’ex uomo anche l’utero e le ovaie. Quanto alla vagina forse il chirurgo può costruirla. Ripeto, forse.

L’operazione inversa, cioè da donna a uomo mi pare addirittura più difficile, direi impossibile. Qualcosa che somigli a un pene si può magari costruire, ma come potrà ottenere una erezione? Quanto ai testicoli mi sembra complicato costruirli in sala operatoria. Insomma mutare la nostra natura umana mi sembra impossibile. Chi prova a modificare il proprio corpo, rinunciando a quello che gli ha fatto la mamma con l’aiuto scarso del papà, non può che restare deluso. Segnalo questi rudimentali ragionamenti alle colleghe della Stampa che hanno trattato l’argomento come fosse un sogno. 

 

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