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Mannheimer mette in guardia la Schlein: "Fuoriuscite nel Pd"

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L'effetto-Elly Schlein si sta già affievolendo. Il Partito democratico può dimenticarsi nuovi e clamorosi balzi nei sondaggi. Ma non solo. Stando a Renato Mannheimer, i dem possono scordarsi anche qualche esponente. Per il sondaggista la presenza di "Schlein nel Pd senz'altro comporterà una fuoriuscita". D'altronde i malumori non mancano. La nomina dei capigruppo ha terremotato non poco il partito. Intanto nuovi movimenti si avvertono nel centro. Matteo Renzi e Carlo Calenda hanno annunciato la nascita del Terzo Polo prevista per il prossimo 10 giugno. Una novità che non comporterà grandi benefici a breve termine. "Lo spazio politico di questo nuovo centro non è grande in questo momento perché l'esistenza di due leader giovani, come Meloni e Schlein, tende a polarizzare l'elettorato da una parte o dall'altra.

 

 

Nell'immediato delle elezioni europee è quindi difficile prevedere un successo; per le politiche invece abbiamo tempo e molto dipenderà dalle alleanze". E a proposito di alleanze il sociologo tira in ballo Letizia Moratti, l'ex assessore della Lombardia e che potrebbe diventare un alleato del futuro partito unico. "Moratti - spiega all'Adnkronos - insegna che il mercato c'è e che in certe situazioni è difficile sfruttarlo. So che ambisce ad avere un effetto a livello nazionale, vedremo quanto ci riuscirà. Ma io sono molto scettico sulle sue potenzialità".

 

 

Il motivo è semplice: "La Lombardia per la Moratti è un caso a sé. Ritengo comunque che, anche se Moratti potrebbe diventare un alleato del futuro partito unico di Renzi e Calenda, è meglio che adesso proceda separatamente, perché l'esperienza insegna che le fusioni fanno sempre perdere voti". Diverso discorso per l'ex premier e l'europarlamentare: "Azione e Italia Viva devono assolutamente fondersi. La fusione per loro potrebbe rappresentare il rilancio nell'ottica di un partito di centro, pur vigendo la regola che la somma non fa il totale. È talmente tanto tempo che Renzi e Calenda discutono di unificazione che ormai devono farla. Tenere separati i due partiti solo perché ai due leader piace avere il proprio partito, non ha più senso". 

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