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Bjork Ruggeri, gli sproloqui dell'ecoteppista: "Non cresce più il cibo!"

Andrea Tempestini
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Si chiama Bjork Ruggeri, come la cantante islandese. «Mi hanno chiamata così in suo onore». Bjork significa betulla, è verde sin dal nome, poi l’Islanda è natura al massimo delle potenzialità. Eppure il grindadráp è un rito terrificante che in Islanda ancora si celebra: delfini e balene vengono prima trascinati a riva e poi massacrati a bastonate e coltellate. L’acqua si colora di rosso sangue. A Reykjavìk la mattanze delle balene è ancora legale, forse non lo sarà più dal 2024. La natura al massimo delle sue potenzialità ha un lato oscuro.

Questo per dire in modo un po’ pacchiano che a Bjork Ruggeri sfugge la complessità del reale, circostanza che emerge in modo grottesco quando la incontriamo in tv. Già, perché nei giorni delle tende contro il caro-affitti ci siamo quasi scordati degli imbrattatori per l’ambiente. Ma sono vivi e vegeti e Bjork è una di loro: nel suo curriculum vanta l’aver lordato il Seminatore di Van Gogh e aver fatto parte del gruppo che ha insozzato la facciata del Senato. Nata a Pavia, 20 anni, ossessionata dai combustibili fossili, lascia filosofia all’università per «coltivare studi in Storia dell’Arte». È di Ultima Generazione, giovani  & verdi che imbrattano e bloccano il traffico.

METODI INTELLIGENTI
Il punto è che vandalizzare opere d'arte per l’ambiente è come gettare secchiate d’acqua sui passanti se quello del piano sopra sbatte la tovaglia sul tuo balcone: manca il nesso logico, viene elusa la (spiccia) complessità del reale e nessuno sta dalla tua parte. Non a caso quando chiedono a Bjork se immagina modi più intelligenti e meno invasivi per protestare, risponde: «La facciata del Senato non è stata danneggiata. Il vero danno non lo facciamo noi, i veri danni stanno venendo causati alla popolazione italiana e anche al patrimonio artistico dalla crisi climatica e dall’inazione dei governi». Testuali parole. Ergo: il caldo danneggia il patrimonio artistico. Manca il nesso logico. «È assurdo che il Senato, che dovrebbe rappresentare i cittadini, si costituisca parte civile contro i cittadini stessi che stanno semplicemente chiedendo di smettere di investire nella nostra morte, nei combustibili fossili», aggiunge Bjork ignorando che “i cittadini” sono una categoria differente e più ampia rispetto a “lei stessa”.

 

Qualche giorno fa era a L’Aria che tira, da Myrta Merlino, la conduttrice in tenda che ne coltiva compiaciuta il personaggio. Si apriva il processo agli imbrattatori del Senato e raccontava: «Ero lì, ma non ho lanciato vernice e quindi non mi hanno arrestato per direttissima», pur se l’arresto «per direttissima» non esiste. «Ma ero con loro, ho passato 12 ore in questura», sospirava malcelando il rammarico per le manette sfumate. Il giorno successivo al blitz a Palazzo Madama, parlava di «stretta allo stomaco, botta di nausea e piantino» figurandosi gli amici in cella. E fiera rilanciava: «Ma pensare ad un futuro in cui 1/5 dell'Italia sarà desertificato, che milioni di persone moriranno a causa di un governo genocidio, è una sensazione ben peggiore». «Governo genocidio»: locuzione immaginifica, oltre la mancanza di nesso logico.

Sui social raccontava un bivacco nei giorni di Pasqua e Pasquetta: «Vorrei far notare che il lunedì dell’Angelo mediamente le persone fanno le grigliate con la carne che sono basic però se la grigliata come in questo caso diventa un falò diventa una roba fighissima. Quindi buona giornata... di sinistra... alla lotta, alla lotta al patriarcato... alla lotta E al patriarcato e COL patriarcato». No alla carne, no ai maschi e... compagni, che gran casino!

 

NON SI SPIEGA
Certo può aver ragione chi dice: «Se avessi avuto i social a vent’anni chissà che fesserie avrei scritto». Ma può anche aver torto: c’è chi a vent’anni riesce a spiegarsi e talvolta pure a convincere. Bjork Ruggeri proprio no. E insomma Myrta Merlino pur mossa da nobili intenti forse non le fa un gran servizio. «Aumenteranno i conflitti se continua l’inazione dei governi!», si disperava in tv. «Possono non essere d’accordo con i nostri metodi ma saranno tutti d'accordo che c'è un problema: il cibo non sta più crescendo!». Ecco, fermiamoci un attimo su «il cibo non sta più crescendo!». Niente più alberi di prosciutto crudo. Ha ragione, Bjork. Non siamo d'accordo col metodo, ma c'è un problema, sempre quello: il nesso logico. Qualcuno li salvi da loro stessi (e dalla televisione).

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