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Impagnatiello, la profezia di Travaglio: "Tra 10 anni fuori dal carcere"

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Che fine farà Alessandro Impagnatiello? Il 30enne di Senago, che ha confessato l'omicidio della compagna Giulia Tramontano e del figlio che portava in grembo, è ora in carcere eppure per Marco Travaglio non ci starà a lungo. Riscoprendosi a sorpresa garantista, il direttore del Fatto Quotidiano dice la sua sulla vicenda che ha scosso l'Italia. E non solo. Per il giornalista il ragazzo "è l’ennesimo assassino che fra dieci anni uscirà dal carcere a norma di legge per rifarsi una vita".

 

 

Poi la frecciata ai nemici per eccellenza: "E, se sarà ancora famoso, scriverà sul Foglio o sul Riformista o sull’Unità. Perciò fanno tutti a gara nel condannarlo a parole: perché sanno che presto la farà franca nei fatti". Il motivo? La falla nella giustizia italiana: "La verità che nessuno osa confessare - spiega - è che si cerca di colmare con paroloni e riforme-spot l’abisso fra le pene previste dal Codice, quelle inflitte nelle sentenze di condanna e quelle scontate in carcere (al netto di attenuanti, indulti, scappatoie, cavilli, benefici penitenziari, liberazioni anticipate, misure alternative, sconti per buona condotta e 'giustizia riparativa')".

 

 

Ma a Travaglio non piace neppure la definizione "femminicidio", perché "oggi, se a morire è una donna, si parla di 'femminicidio', con tanto di norme specifiche, come se la gravità dell’atto dipendesse dal sesso della vittima. E come se i parenti fossero più sollevati o meno afflitti sapendo che l’omicida è un 'femminicida', un 'mostro', una 'bestia', che 'deve morire' o 'marcire in galera'". 

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