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Toni Capuozzo, la rivelazione: "Perché oggi è un giorno storico"

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Un vertice, quello della Nato a Vilnius, che Toni Capuozzo definisce "storico". Le 31 nazioni del Patto atlantico si riuniranno nella capitale della Lituania, a 32 chilometri dalla Bielorussia e ad appena 150 dalla Russia. Per l'ex vicedirettore del Tg5 la novità non sarà l'ingresso dell'Ucraina, visto che "automaticamente porterebbe in guerra tutti gli alleati, e per statuto dell’alleanza non è possibile". Bensì per un'altra new entry. "La storia sarà evocata - si legge sul suo profilo Facebook -, probabilmente, per l’ingresso di qualcun altro: la Svezia, figlia pentita del neutralismo socialdemocratico".  

 

 

Di fronte a tutto questo Vladimir Putin non potrà che prendere atto del fatto che "la sua operazione speciale ha prodotto una rinascita dell’alleanza che dopo la fine ingloriosa dell’esperienza afghana era data per boccheggiante".  Eppure il percorso è in salita. "Dietro il totale sostegno alla causa ucraina - prosegue -, crescono le perplessità, e più negli USA che in Europa". Il motivo a detta di Capuozzo è chiaro: "I risultati della controffensiva ucraina finora non sono stati brillanti, Kiev è un pozzo senza fondo di denari e armamenti, e Biden non può iniziare la corsa presidenziale con una guerra senza fine in agenda".

Non va meglio agli europei: "L’attuale segretario Stoltenberg resterà al suo posto ancora un anno perché non si è trovato un accordo sul sostituto. E due anime dell’alleanza sono abbastanza evidenti se si guarda, nelle questioni poste dal conflitto, all’atteggiamento dei paesi dell’est e a quello della vecchia Europa: stramazzare l’orso russo per gli uni, aiutare l’Ucraina a raggiungere una pace non disonorevole per gli altri". L'unico punto che mette d’accordo tutti è quello sull'aumento delle spese militari di ciascun paese.

 

 

Non manca poi un giocatore "solitario", il turco Erdogan. L'uomo "ingolosito dagli F16 americani, interlocutore di Mosca e capace però di far uno sgambetto a Putin permettendo il ritorno al fronte dei capi Azov". E proprio sulla resa dell’Azovstal, un testimone "ha raccontato che nella fabbrica c’erano alti gradi americani, e con i russi è stato negoziato un permesso di esfiltrazione, in cambio della bandiera bianca su una trincea che loro invece avrebbero difeso fino alla morte. Si può stare sicuri che sarà la cosa più discussa, a Vilnius, sottovoce".

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