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Roberto Saviano in ginocchio da Pier Silvio Berlusconi: vuole lavorare a Mediaset

Renato Farina
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Roberto Saviano soffre la solitudine del genio trascurato, giovane e già così sfiorito. E s’offre perciò al programma più favolosamente e durevolmente di successo tra tutti i palinsesti delle tivù italiane: “Amici” di Maria De Filippi, prima serata del sabato di Canale 5. Lo fa lanciandole un SOS dallo sperticato intento ammaliatore che neanche le sirene con Ulisse. Chiede soccorso alla Fata Turchina perché lo soccorra come fece a suo tempo con Pinocchio, prima che si trasformi definitivamente in somaro nel Paese dei Balocchi. E pur di porsi sotto il manto di Maria, dopo essere stato scaricato dalla Rai tra i rifiuti indifferenziati, Saviano è disposto ad alloggiare festosamente nella dimora di famiglia dell’orrendo Silvio Mangiafoco.

L’autore di Gomorra lo fa tessendo un elogio di sicuro meritato alla creatrice, conduttrice e anima della trasmissione. Alla quale Oggi dedica la copertina del numero in edicola, ricordando che è la prima estate di lei senza il marito e senza Silvio Berlusconi. La lettera encomiastica di Roberto a Maria è però il vero pan di zucchero offerto alla signora fotografata meditabonda a passeggio sulla battigia. Chiedere di poter lavorare da quelle parti, a ben vedere, sarebbe come se Lutero avesse chiesto un impiego al Papa da lui definito “un ladro disperato, prodotto da tutti i diavoli dalla fossa dell’inferno”. Inchinandosi a lei – e siccome Saviano non è stupido lo sa, ma finge di dimenticarsene – in realtà esalta anche chi ha creduto nel talento di Maria, lasciandole allestire un palcoscenico in totale libertà, dove già in passato (2015 e 2017) ha trovato ospitalità, accettando la condizione di non annoiare la platea con la solita predica su camorra e mafia.

 

 

L’ELOGIO - Ecco l’elegia dedicata a Maria da Saviano, che è quasi meglio quando spara fesserie sulla Meloni, se non altro in quel caso è sincero: «La potenza di Maria è quella di riuscire ad affrontare anche la situazione più banale, stereotipata, dandole un tocco di autenticità, approcciandola da un punto divista che rende quel racconto uno spazio in cui tutti si riconoscano», Aggiunge: «Mai avrei pensato di poter trovare una prossimità con il suo metodo perché lo credevo molto distante e, invece, possiede molti punti secanti». Chi non si commuoverebbe a sentirsi descrivere come una “potenza approcciante con molti punti secanti”? Vedremo se la seduzione sarà efficace. Del resto descrive così le sue ormai lontane più di un lustro performance ad “Amici”: «Fu un successo incredibile e credo sia ancora qualcosa che dovremmo fare: portare insieme i libri in televisione». Non sbaglia mira, lo scrittore di Gomorra (2006, aveva trent’anni) sarà calato quanto a popolarità ma di marketing se ne intende: Maria De Filippi trasforma in oro zecchino chiunque entri nel suo cono di luce. Non è perché porta fortuna, ma la signora è dotata di una biga volante, trainata da ippogrifi alati come quelli di Harry Potter, e se ti porta con sé voli vicino al sole.

Non c’è bisogno che le pettini anch’io la chioma della vedova di Costanzo: lo sanno tutti che è un fenomeno, risolve a favore delle reti berlusconiane qualsiasi sfida altre reti le oppongano. È stata associata alla televisione trash, in realtà è un vezzo dei perdenti qualificare in tal modo la capacità di entrare nei mondi delle periferie esistenziali senza condiscendenza piaciona, ma accettando di collocarsi sempre al medesimo livello del suo pubblico. Ed è lì che sa accompagnare chi si affida alla sua genialità che non è solo istinto ma studio, capacità di ascolto. «Feltri ha scritto che ho un talento speciale per sintonizzarmi alla perfezione con la massa dei sentimenti elementari. Per quel poco che conosco Feltri, mi sembra un complimento».
Vedrete: Pier Silvio dirà di sì, se Maria De Filippi volesse incardinarlo di nuovo sul suo palcoscenico. Del resto i figli desiderano somigliare al padre fondatore di Mediaset, che proprio con Costanzo ha reinventato la televisione. Non la tivù commerciale, semplicemente l’idea di comunicazione televisiva in quanto tale, che non deve avere recinzioni ideologiche, salvo il rispetto dell’altro e il consenso del pubblico, che non è scemo etendenzialmente essendo umano a differenza delle mosche non ha predilezione perle merde. Senza allusione, sia chiaro.

 

 

MONDADORI - Saviano ha già abbandonato Mondadori, una volta diventato ricco e con prodotti per la verità meno lucenti, proprio per stizza politica e perle pressioni dei rompicoglioni di sinistra che invocavano un po’ di coerenza. Lui aveva prima spiegato che non era così autolesionista da rinunciare a leggere Cesare Pavese solo perché pubblicato dalla Einaudi ora dei Berlusconi. Poi cedette. Pare che per la tivù ci abbia ripensato con fantastica inversione a U.

A suo tempo – gennaio 2011 – Saviano ricevendo a Genova la laurea honoris causa in giurisprudenza (è laureato in filosofia) volle dedicarla, augurandogli di resistere, ai tre pm (Boccassini, Forno Sangermano) che stavano indagando su Berlusconi. Marina si disse inorridita. Roberto dichiarò di sentirsi minacciato dall’editore. Lei replicò che aveva appreso dal padre una regola sacra: «Sì alla critica no alla censura». Aggiunse. «Noi Berlusconi intendiamo e interpretiamo il mestiere dell’editore. Un mestiere che si fonda su alcuni valori irrinunciabili:il rispetto di tutte le opinioni, la libertà di espressione, ilpluralismo. In tutto questo non c'è alcuna faticosa concessione e niente di eroico. Questi sono gli stessi valori ai quali sono stata educata e che ho visto evedo mio padre difendere da sempre».

C’è un problema di coscienza? Da parte di Saviano, se mai ci sia stato, come abbiamo notato, è stato superato alla grande. Essendo invisibile essa è elastica, non c’è neppure bisogno di esibirne i contorcimenti. Del resto, come scriveva Nietzsche, un filosofo quasi della medesima staturadi Saviano, “la coscienza è ridicolmente sopravvalutata”. Quanto a Pier Silvio e Marina, cambieranno canale: libertà di telecomando.

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