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Capezzone, lo sfogo: "Caldo? Come si dimostra la morte di 18.000 persone?"

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Caldo, caldo e caldo. Di questo non si è fatto che parlare quest'estate con i media che descrivevano le temperature come qualcosa di mai visto prima. Addirittura si è parlato di numerose vittime legate alla calura. Una tesi che però non trova d'accordo Daniele Capezzone. Ospite di Nicola Porro nella puntata di lunedì 11 settembre di Quarta Repubblica, il direttore editoriale si chiede: "Come fa a dimostrare che 18.000 persone sono morte per il caldo! Ma si rende conto? Ma quale scienza!". Insomma, qualcosa non torna nei numeri dati.

Da qui il sospetto: "Stiamo legittimando i segni di un nuovo terrorismo?! Siamo davanti al format della paura usato durante il covid". Lo stesso Mario Giuliacci, meteorologo per eccellenza, ha voluto frenare gli allarmisti spiegando cosa sia davvero un uragano e perché bisogna evitare di spargere terrore: "Un uragano - ha detto chiaro e tondo anche lui ospite di Rete 4 - è un ciclone della fascia tropicale, se non c’è l’occhio, l’uragano non c’è e in questo che proveniva dalla Grecia non c’è mai stato l’occhio e questo si sapeva!".

 

 

Per non parlare poi delle temperature elevate su cui "c'è molta ignoranza in meteorologia ed ecologia, le previsioni sono attendibili fino a 8/9 giorni". Il resto è solo catastrofismo.

 

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