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Repubblica e Stampa si smentiscono a vicenda sul corteo di Landini

Tommaso Montesano
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Benedetta sia la questura di Roma. Si sa come vanno le cose quando ci sono le grandi manifestazioni di piazza: gli organizzatori sparano una cifra, poi le Forze dell’ordine, a sera, dicono la loro, ridimensionando i toni bellicosi dei promotori. È andata così anche sabato scorso, in occasione dell’adunata della Cgil in nome della “via maestra” della Costituzione. Per il sindacato di Maurizio Landini e le altre sigle che hanno partecipato alla protesta sarebbero stati circa 200mila i manifestanti. Di tutt’altro avviso la questura della Capitale, secondo cui sarebbero ritrovati in piazza San Giovanni al massimo in 35mila. Un numero che ha provocato la reazione piccata dello stesso Landini: «Dicono 35mila? Noi numeri non ne diamo. Vengano a contarci».

La cifra, tuttavia, è assolutamente credibile, visto che a protezione dell’evento sono stati schierati circa 400 operatori delle varie Forze dell’ordine. Fatto sta che questa diatriba è niente rispetto al disaccordo che hanno avuto, sulle cifre, i due quotidiani che hanno pubblicizzato di più l’appuntamento della Cgil: la Repubblica e La Stampa. Basta dare un’occhiata alle prime pagine di ieri per rendersene conto. Per il quotidiano da poco diretto da Andrea Malaguti, infatti, sarebbero stati in «centomila» a marciare nella Capitale per dire «sì al salario minimo». Viceversa per il foglio diretto da Maurizio Molinari, a Roma per marciare sotto le bandiere del “sindacato rosso” si sarebbero ritrovati addirittura in 200mila: «È la piazza di chi paga le tasse».

 


La differenza è notevole, anche se naturalmente è verso l’alto. In eccesso rispetto alle proiezioni della questura. In pratica i due quotidiani del gruppo Gedi, che vantano lo stesso editore, che si scambiano i direttori e i commentatori (Massimo Giannini, ex direttore della Stampa, è fresco di ritorno a Repubblica come editorialista e presto potrebbe seguirlo Annalisa Cuzzocrea, pure lei cresciuta a largo Fochetti), che condividono la stessa linea editoriale di contrasto al governo, non hanno avuto un minimo di coordinamento sul numero dei partecipanti alla protesta della Cgil. Consolazione: sempre meglio dare i numeri piuttosto che incassare una nuova smentita da parte della presidenza della Repubblica dopo quelle sul colloquio segreto con Mario Draghi, il dossier Tim e la sanità pubblica...

 

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