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Federico Rampini: "Il mondo arabo di Hamas e Palestina non ne vuole più sapere"

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Federico Rampini trova alcune similitudini tra l'11 settembre e l'attacco di Hamas ai danni di Israele. Ospite di Tagadà nella puntata di mercoledì 11 ottobre su La7, il giornalista non può fare a meno di dire che "il fatto di colpire alla cieca la popolazione civile è in comune" in entrambi gli attentati. Eppure - prosegue nel salotto di Tiziana Panella - "questa volta Hamas ha varcato una soglia di atrocità ancora superiore... i bambini bruciati, questo è olocausto nazista". Poi il pensiero va ad Israele: "Ricordiamo che quando le loro forze militari fanno in queste ore vittime civili, non prendono di mira apposta le vittime civili. Questa è una spietata, atroce logica di guerra per cui va a cercare Hamas e distruggi quello che c'è intorno". 

Detto questo Rampini non dimentica quanto fatto da Benjamin Netanyahu in passato e precisa che "i palestinesi si sono dati una leadership corrotta da anni, già dai tempi di Arafat". Una cosa però per l'inviato del Corriere della Sera è certa: "Il mondo arabo non voleva più sapere di Hamas e, in un certo verso, della causa palestinese. Non a caso consideravano Israele come un modello di modernità, con un'economia ad alta tecnologia. Volevano svoltare rispetto a una storia di povertà ed estremismo".

 

 

E proprio in queste ore l'Arabia Saudita ha chiesto una riunione "urgente", a livello ministeriale, dell'Organizzazione della cooperazione islamica (Oci) per discutere dell' "escalation a Gaza". L'Oci ha già rinnovato la sua condanna delle azioni militari di Israele e della sua aggressione contro Gaza, ritenendo Israele responsabile di non avere rispettato le risoluzioni internazionali.

 

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