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Giambruno, la telefonata di Pier Silvio Berlusconi a Meloni

Antonio Rapisarda
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Il giorno dopo l’annuncio della separazione dal compagno Andrea Giambruno il problema principale, per lei, resta lo stesso dei precedenti: ciò che sta avvenendo nella Striscia di Gaza. Non certo i “fuorionda” trasmessi su Striscia la notizia. Per questo motivo Giorgia Meloni ha voluto prendere parte di persona - con un intervento di alto profilo e il rinnovato impegno dell’Italia, nei vari bilaterali, per il rilancio del processo di pace fra Israele e Palestina - al delicato summit al Cairo.

Inevitabile però, nel punto stampa a margine del vertice sul Medio Oriente, il siparietto innescato da una domanda che stride con la cruda realtà che si svolge a poche centinaia di chilometri: lo stato d’animo dopo la rottura della sua relazione. «Sto bene, sto molto bene», taglia corto Meloni con il sorriso smorzato di chi se l’aspettava. «Quanto mi è costato venire qui? Faccio il mio lavoro, come sempre».

IL GIALLO
La speranza è che questa fosse l’unica concessione a quel «non ho altro da dire» con cui la prima premier donna italiana due giorni fa ha concluso la digressione, resasi necessaria data la sua carica, sulla sua vita privata. E invece no: restava da chiudere pure il “giallo” sul post scriptum del suo tweet d’addio. La presunta «parte politica». Ossia se chi ha sperato di «indebolirla», mettendo in mezzo i suoi fatti privati, corrisponda agli attuali soggetti di opposizione, a qualcuno dei suoi alleati o addirittura - come è stato ventilato da alcuni retroscena - addirittura fra i membri della famiglia Berlusconi. Stop alle suggestioni: «Non c’è una parte politica».

 

«Non so- ha continuato visibilmente spazientita - cosa non sia chiaro del fatto che non voglio parlare di questo». Discorso chiuso a 360°, insomma: Meloni ha tirato una linea ed è già andata oltre. Pronta, oggi al Teatro Brancaccio, a celebrare il primo anno di governo e a tracciare la road map per il 2024 battezzato come «l’anno delle riforme». Al suo fianco nel prosieguo, a dimostrazione di una piena compattezza evidenziata già nella sessione di Bilancio, i due vicepremier.

Matteo Salvini, tornando sull’affaire Giambruno, non ha risparmiato le speculazioni di una sinistra «che ormai non sa più dove attaccarsi, sbircia anche dal buco della serratura e si attacca a vicende familiari pur di fare polemica politica». Antonio Tajani da parte sua interpellato sulla vicenda - ha rilanciato l’amicizia «con la presidente Meloni» esortando tutti «a non speculare mai sulle vicende private. Se dipendesse da me non ne parlerei».

A conferma che la dietrologia, dove si mal celano gli interessi di chi intende sfibrare la coalizione di governo, ha le gambe corte è giunta la telefonata tra Meloni e Pier Silvio Berlusconi. La conversazione, avvenuta venerdì sera, è stata l’occasione per l’ad di Mediaset non solo per esprimere «vicinanza» alla premier ma per chiarire un fatto fondamentale: nessuno dei vertici dell’azienda era al corrente della decisione di mandare in onda i video incriminati sul tg satirico. «Non sapevo nulla di Striscia, altrimenti te l’avrei detto», ha chiarito con lei Berlusconi.

Una tesi che avvalora la ricostruzione secondo cui la trasmissione dei fuori onda su Giambruno (che nel frattempo si è autosospeso dalla conduzione del talk del Tg4) sarebbe stata una scelta autonoma di Antonio Ricci e dei suoi autori. A “bollinare” la versione di Pier Silvio è infatti giunto lo stesso padre di Striscia. «Ho letto ricostruzioni mirabolanti, complottarde, a volte incredibili, ma tutte divertenti», ha spiegato Ricci che in una nota ha voluto dare il suo «contributo» (non senza picchi di divertito sarcasmo) sul caso dei fuori onda «naturalmente senza nessuna pretesa di esser creduto».

 

PESCA ESTIVA
Di qui: «Il fatto, secondo me, si sarebbe svolto così...». Come? Si sarebbe trattato di una sferzante risposta all’intervista («La beatificazione di Signorini») su Chi fatta a Giambruno. A fornirgli «l’antidoto» la celebre bassa frequenza monitorata dagli autori di Striscia in cui finiscono tutti i programmi Mediaset degli studi del Palatino. «Da una fortunosa pesca estiva avevo due fuorionda del giornalista in frigo - ha continuato Ricci - . Li ho usati. Così come son solito fare». L’unico ad intervenire nei suoi riguardi sarebbe stato Fedele Confalonieri che l’avrebbe apostrofato come «il re, anzi l'imperatore dei rompicoglioni». Ma a quanto pare senza alcun seguito.

Perché la realtà, secondo l’ideatore del tg satirico, è che è vero ciò che si dice di lui: «La cosa che mi ha più stupito di tutto il dibattito è che per il 90% dei giornali sembra impossibile che possa esistere qualcuno che prende iniziative di testa sua e non sia un mero ventriloquo». Ricci, infine, resta più che convinto di aver fatto un piacere a Meloni trasmettendo le esibizioni volgari del suo ormai ex compagno: «Per quanto riguarda la pioggia sulla roccia - ha concluso parafrasando la metafora utilizzata dalla premier -, magari non scalfisce subito, ma può far nascere un bell’arcobaleno».

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