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Meloni-Giambruno, il delirio della Scaraffia: "Il trionfo del femminismo"

Lucetta Scaraffia

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Lucetta Scaraffia in un articolo su La Stampa, commenta il caso-Giambruno, sostenendo che ormai il femminismo di sinistra ha in qualche modo contagiato la destra. "Andrea Giambruno non ce l'ha fatta, non ha retto la parte dell'uomo che sta accanto a una donna più brava di lui, una donna di potere", scrive la giornalista, "alla prova dei fatti ha ceduto alla più tradizionale vanità maschile". Del resto, sostiene la Scaraffia, "la storia e l'attualità insegnano che gli uomini non sono capaci di stare un passo indietro senza farla pagare alle loro compagne, non sono capaci di dimostrare quella solidarietà inscalfibile di tante di loro in analoghe circostanze".

E Giorgia Meloni nel modo in cui "ha affrontato e rapidamente risolto il problema fa capire che il femminismo è arrivato anche lì, nel cuore della destra, fino alla leadership di un partito che nel suo programma si richiama apertamente al rafforzamento della famiglia tradizionale. Ciò che fa capire chiaramente a tutti che il femminismo non è più (e da molto tempo) terreno riservato della sinistra".

 

 

Il femminismo, prosegue la Scaraffia, "è stato ed è storicamente molto di più, è una profonda trasformazione della società e della cultura che ha toccato tutte le donne, ne ha cambiato radicalmente la vita e soprattutto ha cambiato il punto di vista da cui le donne, tutte le donne, oggi guardano al mondo. La stessa carriera politica di Meloni in un partito conservatore si è potuta realizzare perché c'è stato questo cambiamento". Dunque, "la presenza di Meloni al governo, e ancora di più il suo brusco benservito a un compagno di vita che non si è dimostrato all'altezza della fiducia riposta in lui, sono la prova che il femminismo non è un'ideologia figlia della sinistra, ma molto di più: è una vera rivoluzione che almeno in Occidente ha cambiato e continua a cambiare il mondo".

 

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