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Elon Musk, Nicola Porro: "Da pazzi solo pensarlo", chi è davvero mister Tesla

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"È impossibile attribuirgli un’etichetta": Nicola Porro lo scrive nel suo editoriale sul Giornale a proposito di Elon Musk, patron di Tesla nonché della piattaforma social X. Il giornalista e conduttore di Quarta Repubblica ha avuto modo di moderare l'incontro a cui ha partecipato proprio Musk ad Atreju, la kermesse di FdI a Roma. Ma non solo: Porro aveva già intervistato l'imprenditore sei mesi fa. Si potrebbe dire, insomma, che qualcosa su Musk la sa. A chi ha fatto polemica sulla sua presenza ad Atreju, in particolare, Porro ha risposto: "Attribuire una militanza ad un signore che pensa sul serio di colonizzare Marte, che ha inventato l’auto elettrica, per primo ha costruito razzi che ritornano alla base terrestre e sta investendo un chip per curare le malattie, è del tutto ridicolo".

Porro, poi, è entrato nel merito delle polemiche sollevate a sinistra: "Con lui tre barbuti della sua sicurezza e sulle spalle X. Il Figlio sbagliato, a sentire l’opposizione, perché fatto con la maternità surrogata. In realtà non è neanche così, perché si tratta del pargolo avuto con la cantante Grimes. Ma è vero che nella sua numerosa prole ce ne è uno 'surrogato'". Sulla questione della marijuana, invece, il giornalista ha scritto che "è vero che Musk ha fatto uso di marjiuana e pur ritenendo che sia 'poco produttiva' ha parlato di legalizzazione". Ma il punto è sempre lo stesso: le etichette. "Musk che va dalla Meloni diventa immediatamente icona del pantheon conservatore. È una roba da pazzi il solo pensarlo - ha sottolineato Porro -. Sia per chi lo denuncia, l’opposizione che sembra smarrita e a corto di critiche, sia per chi se lo volesse attribuire".

 

 

 

Riprendendo le parole di un ex leader di sinistra, allora, il giornalista ha fatto un'osservazione: "Con tutto il rispetto è assurdo che un politico come Romano Prodi prenda Musk come paradigma di come la Meloni sia fuori dal mondo. Non rendendosi conto che il circoletto Verdurin di Zingaretti, Schlein, Prodi, Letta e Franceschini riunito con le cuffiette colorate non sembra il migliore interprete dello spirito dei tempi". 

 

 

 

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