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Roberto Speranza, nostalgia canaglia del lockdown: come presenta il suo libro

Pietro Senaldi
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Nostalgia canaglia, di quando c'era Lui... Lui chi? Il virus. Roberto Speranza ha il long Covid nell'anima, se non nel corpo. L'ex ministro della Salute presenterà la prossima settimana, con tre anni e mezzo di ritardo dall'uscita programmata, il libro della sua sfida alla pandemia, "Come guariremo". Era previsto in libreria nell'autunno 2020 dal titolo “Perché guariremo”, opportunamente ritoccato oggi, ma la seconda ondata ne aveva preceduto la messa in commercio. Una doccia gelata ma anche un colpo di fortuna per l’allora governante, che inseguito avrebbe dovuto avallare nuove chiusure e la follia di vietare il lavoro e ogni attività a persone sane solo perché non vaccinate benché- paradosso giuridico, logico e morale - il vaccino ufficialmente non fosse obbligatorio.

Il lockdown è stato il momento d’oro di Speranza, che ha impiegato sei mesi dalla fine dell’emergenza a togliersi la mascherina in pubblico, e ieri il fondatore e affondatore di Articolo 1 ha provato a riesumarlo. Presenterà il libro in una saletta della Camera, che il venerdì pomeriggio è abitualmente più deserta delle strade delle nostre città nel marzo 2020. Come se non bastasse poi, per assicurarsi l’intimità più assoluta, ha vietato l’ingresso al pubblico. Non è dato sapere se i pochi invitati si dovranno sottoporre a tampone rapido sulla porta prima di assistere al pistolotto dell’autore. Strana cosa. Va bene che è umano voler rivivere gli anni della fama, specie quando è stata regalata dal caso e non conquistata con il merito, e cercare per tutta la vita di ricrearne le condizioni. Però perché un evento clandestino per parlare di un libro che, almeno nel sottotitolo, “Una nuova idea di salute”, si propone di affrontare uno dei temi forti che l’opposizione cavalca contro il governo?

 

 

Forse perché, malgrado le accuse portate dalla Schlein in Parlamento questa settimana, i problemi dell’attuale sanità, più che nei due-tre anni in cui Meloni è stata ministro dei Giovani e il governo di centrodestra di Berlusconi ha fatto qualche taglio lineare arrivano dalla folle gestione dell’epidemia. Controlli sospesi anni, visite salva-vita annullate, interventi fatti slittare di mesi, una politica emergenziale protratta per un anno oltre il necessario che hanno pagato tutti i malati e pagheranno quelli che si ammaleranno prossimamente. In ogni caso, la scelta di presentare un libro chiuso in una stanza, per quanto in apparenza idiota, ci dice che un minimo di resipiscenza ha cominciato ad affacciarsi nella mente di Speranza. A meno che non sia stato il partito a suggerirgli la clandestinità, per non ricordare a tutti che chi oggi vuol dare lezioni al governo su come si gestisce la sanità, quando gli toccò schierò Speranza in prima fila. Speranza di carriera per tutti, ma non di guarigione. D’altronde, la licenza di beccamorto gliela si sarebbe data al primo sguardo anche prima del Covid.

 

 

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