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Esselunga, l'accusa della figlia di Caprotti alla sinistra: "Il copione si ripete"

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Torna l'incubo della sinistra. "Riporto nelle librerie Falce e carrello per onorare la memoria di mio padre", spiega in un intervista al Corriere della Sera Marina Caprotti, presidente di Esselunga e figlia del fondatore Bernardo Caprotti scomparso nel 2016. 

Tra i pionieri della grande distribuzione, nel 2007 l'imprenditore aveva terremotato le amministrazioni di centrosinistra proprio con quel volume che non era solo una biografia, il racconto della sua impresa, ma anche un atto d'accusa contro i veti che le regioni rosse, preoccupate di tutelare il colosso "amico" Coop, ponevano alle sue richieste di aprire nuovi punti vendita dei suoi supermercati. 

 

 

 

L'iniziativa di Marina Caprotti è anche frutto di una guerra privata con il fratello Giuseppe, nato dalla prima moglie di Bernardo, che con il suo libro Le ossa dei Caprotti non ha fornito una versione particolarmente entusiasmante della famiglia e delle dinamiche interne alla dinastia. Da qui, spiega Marina al Corriere, la necessità di difendere il padre "che non può più difendersi", con una nuova edizione di quel libro-cult con tanto di prefazione di Liliana Segre: la senatrice a vita, infatti, è stata grande amica del patriarca.

 

 

 

Davanti alle proposte di acquisto della grande catena, aggiunge la presidente nell'intervista, "rinnovo la promessa con le stesse parole" del fondatore: "Nessuno, a Dio piacendo, potrà mettere le mani sull'Esselunga. Nessuna 'cordata', nessun raider di provincia, nessun concorrente inesperto, nessun finanziere d'assalto". "Quando ci fu l'offensiva di Giulio Malgara, con la sua compagna di allora, di mio zio Claudio e della loro cordata di cinesi, andò a tutti molto male". 

 

 

 

Quanto ai rapporti con le Coop la figlia di Caprotti ammette che restano difficili: "Il copione si ripete. Oggi però in Emilia-Romagna, grazie al presidente Stefano Bonaccini, riusciamo a dialogare apertamente. Lui ha capito che il Pd deve rinnovarsi anche sul versante economico". Commentando le ultime campagne pubblicitarie legate ai valori familiari "volevamo valorizzare - spiega - la spesa in un luogo che è una palestra di umanità. Ci sono clienti che si fidanzano nei nostri supermercati. Vedo troppa conflittualità intorno a noi; credo che l'Italia abbia bisogno di una campagna di alfabetizzazione civile e sentimentale. I nostri spot provano a promuoverla". 

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