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Roberto Saviano infanga Maroni e grida alla censura

Francesco Storace
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Delirio, il solito delirio di Roberto Saviano. Ansia da prestazione; popolarità in calo; turbe psicologiche; tante possono essere le cause dell’ennesima uscita dello scrittore napoletano. Su Ics si è lamentato per un’intervista non uscita sul Messaggero, il che può succedere. Ma prendersela con il povero Roberto Maroni diffamandolo e con il governo attuale accusandolo di censura assume contorni maniacali...

Nel tweet di ieri, Saviano ha scritto: «Oggi sarebbe dovuta uscire questa mia intervista sul Messaggero. Questa sera sarò a Sulmona al Teatro Maria Caniglia con un racconto teatrale e mi avevano chiesto di rispondere per iscritto ad alcune domande. Oggidal Messaggero ci fanno sapere che si scusano, ma che all’ultimo minuto hanno cambiato la pagina. Ecco la “pericolosa” intervista che avreste letto, ve la mostro perché, quando un governo bersaglia, vedrete che spuntano sempre imprevisti dell’ultimo minuto...».

Ovviamente, presi dalla curiosità siamo andati a leggere la preziosa opera di Saviano. A domanda sul pentimento del boss camorrista Schiavone, lo scrittore risponde così: «Temo che Schiavone voglia sfruttare la debolezza del nostro Paese raccontando solo omicidi e appalti perché sa che è l’unico modo per uscire dal carcere». Dunque i pentiti non servono più. Lezione numero 1 di Roberto Saviano.

 

La seconda è intitolata «com’è noto»...: «Roberto Maroni pretese da ministro degli interni di essere ospitato nella mia trasmissione su RaiTre, Vieni via con me, per leggere l’elenco dei latitanti arrestati dal governo di cui faceva parte». Quindi, pretesa. Rivendicazione. Saviano voleva forse negare quei successi nella lotta alle cosche?

Infine, la lezioncina numero tre. Se Il Messaggero non pubblica l’intervista promessa, la colpa è della Meloni o di chissà quale dei suoi ministri. Non fa nemmeno ridere. Ma merita comunque il titolo di pagliacciata perché Saviano continua a seminare zizzania contro l’esecutivo. Che sfida in continuazione anche con male parole, finisce in tribunale e perde pure la causa.

Si riposi, Roberto Saviano, glielo suggeriscono persino diversi commentatori del suo tweet. Ormai sta perdendo credibilità e autorevolezza di cui voleva farsi ritenere titolare...

 

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