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Il generale Vannacci fa ricorso al Tar contro la sospensione

Il generale Vannacci

Michele Zaccardi
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Roberto Vannacci ricorre al Tar del Lazio. Il generale, che la Lega vorrebbe candidare alle Europee di giugno, ha depositato un ricorso al Tribunale amministrativo per chiedere l’annullamento e la sospensione della sanzione disciplinare di undici mesi, irrogata il 28 febbraio scorso per le affermazioni contenute nel suo libro Il mondo al contrario.

Ad annunciare l’iniziativa è stato il legale di Vannacci, Giorgio Carta. «Con il ricorso è stata prospettata la violazione sia della legislazione nazionale che di quella europea ed internazionale regolatrice del diritto di manifestazione del pensiero» ha spiegato l’avvocato. «Obiettivo del ricorrente è la riaffermazione di questo fondamentale diritto dell’uomo, militare e non, dinnanzi ad ogni livello di giurisdizione che si renderà necessario, eventualmente anche europeo» ha aggiunto.

Ma la sanzione irrogata dal Ministero della Difesa non è l’unica grana legale del generale. A febbraio la Procura di Roma lo ha infatti iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di istigazione all’odio razziale. Sotto la lente degli inquirenti sono finite una serie di affermazioni presenti nel libro autoprodotto e diventato, di fatto, un caso editoriale, con 200mila copie vendute. Un successo che ha spinto Vannacci a dare alle stampe un’altra opera, Il coraggio vince.

 

 

Oltre a questo, nei confronti del generale è aperto un procedimento della magistratura ordinaria, in cui si contesta il reato di truffa sulle spese a Mosca, che viaggia in parallelo con quello avviato dalla Procura militare. Fascicoli che sono stati aperti in seguito a un’ispezione svolta dallo Stato maggiore della Difesa. L’indagine, relativa al periodo febbraio 2021-maggio 2022, riguarda l’indennità di servizio per i familiari percepite illecitamente, perché moglie e figlie non sarebbero state a Mosca nel periodo considerato: una spesa di 9mila euro legata all’auto di servizio che non sarebbe stata autorizzata, rimborsi per l’organizzazione di eventi e cene che in realtà non si sarebbero svolti.

Intanto la sempre più probabile candidatura di Vannacci alle Europee continua ad agitare la Lega. L’ultimo ad esprimersi è stato il senatore leghista Gianmarco Centinaio. Ospite della trasmissione radiofonica Un giorno da pecora, l’ex ministro dell’Agricoltura ha manifestato di nuovo la sua contrarietà. «Il mio entusiasmo perla candidatura di Vannacci? È a meno 2.000... la mia opinione è nota: la Lega deve candidare leghisti, già uno che deve meditare se candidarsi o no non lo sceglierei mai. Se Vannacci sarà candidato nella mia circoscrizione non lo voterò, sceglierò uno della Lega che si è fatto il mazzo sul territorio» ha detto Centinaio. Del resto, già un mese fa l’attuale vicepresidente del Senato si era espresso in modo chiaro dicendo che alle urne avrebbe votato soltanto «per chi ha una storia dentro il partito».

 

 

Pure il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo aveva manifestato le sue perplessità. Così come sono scettici molti altri esponenti del partito. Anche il generale è intervenuto sul tema ieri. I malumori all’interno della Lega, ha detto, «non pesano assolutamente nulla sulla decisione di una mia eventuale candidatura, perché io non faccio parte di nessun partito e non ho mai chiesto di farne parte. Sono dinamiche interne nelle quali non voglio entrare e che sinceramente mi interessano anche poco». Contattato da LaPresse sulle voci interne al Carroccio contrarie a una sua presenza in lista, Vannacci ha spiegato che la sua decisione sarà frutto di «una valutazione strettamente personale, sono serenissimo, è una cosa che dipende da me e mi sono sempre considerato padrone del mio destino. Non dipende da nessun altro». «Al momento» ha precisato, «non ho nessuna novità ma manca poco, le liste verranno presentate ritengo entro fine mese, quindi per allora bisognerà che io sciolga le riserve». 

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