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Scurati a La Repubblica delle Idee contro Meloni: "I fascisti arrivano a Roma vincendo le elezioni"

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Non è andato a Che sarà su Rai 3, sabato sera. In compenso Antonio Scurati ha scelto il palco de La Repubblica delle Idee per un incontro a Napoli per scaricare altre tonnellate di fango su Giorgia Meloni e il centrodestra. A poche ore dal can can sulla presunta "censura" (ridotta a semplice caso di "distanza economica" dalle precisazioni di viale Mazzini), lo scrittore e intellettuale di sinistra veste sia i panni del martire sia quelli del profeta anti-regime. 

"La democrazia corre dei rischi da parte di leader che hanno largo seguito popolare e che ritengono superata, inetta, vecchia e corrotta la democrazia liberale così come noi l'abbiamo conosciuta e come si esprime nel nostro Parlamento. Non aspettate il ritorno delle squadracce fasciste, non vi aspettate abbattano la democrazia a manganellate. Sono già qui, con un'azione di erosione dall'interno, attraverso gli stessi strumenti democratici. Non marciano su Roma, arrivano a Roma vincendo le libere democratiche elezioni". Insomma, Meloni, FdI, Lega e Forza Italia un po' come Adolf Hitler, par di capire. 

"Questa è la novità importante - arringa la folla Scurati -. Come le erodono? Attraverso le riforme costituzionali". "Chi ci governa disinfesti la casa comune, prenda le distanze dal passato fascista o le ombre continueranno ad allungarsi su di noi", ha aggiunto l'autore sottolineando l'importanza di dirsi antifascisti: "Non dobbiamo pensare a qualche estremista che va a spaccare le vetrine, con la kefiah fuori tempo massimo: antifascista è la Repubblica Italiana, è quel vecchietto che risponde al nome di Mattarella. Il 25 aprile va celebrata la Resistenza antifascista, ma va ricordato anche da cosa ci liberarono". 

Secondo Scurati "ci vorrebbe una sorta di internazionale dei progressiasti: non possiamo avere paura, perché la paura è la passione politica della destra fascista di cento anni fa e della destra sovranista oggi, loro vincono le elezioni con la paura. Dobbiamo ritrovare la stessa passione politica antagonista della paura, la stessa di Mussolini in gioventù, quella socialista". L'autore di M. Il figlio del secolo ha concluso con una esortazione: "Mia madre è nata in questa città il 5 ottobre 1942, quando Napoli cominciava a esser martoriata dalle bombe, vivevano in dieci dentro uno stanzone. Eppure hanno vissuto, sono andati incontro alla vita fiduciosi, hanno dato vita a questo paese e venivano da abissi di violenza, oppressione e miseria infiniti. E insomma ce la possiamo fare anche noi a rialzare la testa...".

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