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Un castello misterioso lega Santa Teresa a Kafka

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Da poco era caduto il Muro di Berlino, seppellendo i regimi comunisti d’Europa, quando arrivai a Praga sulle tracce di Franz Kafka, cercando nella città vecchia l’atmosfera “magica” descritta da Angelo Maria Ripellino. Kafka, morto nel 1924, cento anni fa, in vita pubblicò solo pochi racconti. Poi si è scoperto tutto il suo genio. Secondo Auden egli ha, con la nostra epoca, «lo stesso tipo di rapporto che Dante, Shakespeare e Goethe ebbero con la propria». In effetti, ha spiegato George Steiner, Kafka fu “un profeta” nel senso biblico: «era dotato di uno spaventoso potere di premonizione, che vedeva fin nei minimi particolari gli orrori che stavano maturando». Nel Processo, aggiunge Steiner, «mostra il modello classico dello stato di terrore». Poco dopo la morte dello scrittore, infatti, tutto si sarebbe tragicamente realizzato: il nazismo falciò anche la vita di parenti stretti di Kafka e distrusse il mondo ebraico dell’Europa centrale in cui era sbocciato il genio dello scrittore. Ma l’incubo del totalitarismo continuò per quarant’anni in Cecoslovacchia con il comunismo. (...)

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