Anche la galassia progressista extraparlamentare, intesa come stampa, mondo dello spettacolo e associazionismo di sinistra, e non come movimentismo estremista, agita l’effigie di Papa Francesco contro il conservatorismo di destra. Fiumi di parole e vignette per celebrare Bergoglio, tra immigrazionismo e anti-sovranismo. La religione cattolica passa in secondo piano. La posizione più netta la esprime Mediterranea, l’ong dal pugno sinistro chiuso fondata da Luca Casarini: «Siamo eretici a tal punto da mettere in discussione la morte, che pretende e con cui molti pretendono, di chiudere tutto ciò che Francesco ha fatto nella sua vita. No, non è così.
Oggi il nostro dolore e la nostra gratitudine si fondono nel sentimento rivoluzionario, sovversivo, che afferma la vittoria della vita sulla morte. Come quando siamo in mare, e lottiamo per far vivere la vita». Lo stesso Casarini aggiunge: «Mi mancheranno le nostre lacrime e le nostre risate, ma in fondo le conservo nel cuore, nessuna morte me le porterà mai via. Sarai con me, con i miei compagni, fratelli e sorelle, ogni singolo giorno». Paolo Berizzi, il cacciatore di fascisti immaginari, affida a X i propri pensieri: «Da ateo penso se ne sia andato il Papa più umano, più vero, più rivoluzionario, il più vicino agli ultimi = migranti, agli emarginati, ai fragili. Da certe e note parti era malvisto per questo. Nel tempo della disumanità al potere l’assenza di Papa Francesco lascia un vuoto enorme. Una persona meravigliosa, il pensatore più importante di questo primo, tragico quarto di secolo. Ci mancherà tantissimo». E poi ecco Fabio Fazio, che più volte aveva ospitato Francesco a Che tempo che fa, l’ultima lo scorso 19 gennaio: «Davvero sono molto sconvolto, sono disorientato. Papa Francesco è stato un Papa straordinario perché è stato il Papa di tutti, proprio tutti. Aveva questa clamorosa, unica, straordinaria capacità di leggere nel cuore delle persone. Un Papa che ha conosciuto e amato i poveri, un Papa che ha chiamato a sé tutti.
Papa Francesco, chi comanda adesso in Vaticano
Dopo la morte di Papa Francesco, un cardinale statunitense è diventato capo ad interim del Vaticano fino all'...
Il suo famoso “todos, todos, todos” significa che è stato un Papa dell’inclusione, che non ha escluso nessuno. Ho avuto il privilegio della sua fiducia ed è stato un regalo della vita». La sodale Luciana Littizzetto, invece, si chiede: «E adesso che non ci sei più noi come facciamo? Siamo soli. Il mondo ti piange, uomo di pace». Pure Roberto Saviano punta sui migranti: «Il diverso è un dono. La fraternità deve essere vissuta e organizzata, la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro. La carità ha bisogno della luce della verità che continuamente cerchiamo, la politica non deve sottomettersi all’economia, e l’economia non deve sottomettersi ai dettami dell'efficienza. Le parole di “Fratelli Tutti” come eredità politica, la gratitudine da ateo per l’impegno accanto ai migranti, i detenuti, gli ultimi, contro l’orrore della politica reazionaria». C’è pure una vignetta di Vauro a rimbalzare sui social, che recita così: “Morto un Papa se ne fa...No! Non come lui. Addio a Papa Francesco”. Luca Bottura, invece, chiama in causa l’ultima visita di Vance: «È il Salvini americano». E persino Alba Parietti spunta con un post social: «È l’unico Papa che ha toccato nel profondo la mia coscienza e il mio cuore, e mi ha fatto ritornare a credere».